L'Avv. Santori sul rendiconto 2003 della Provincia
Ascoli Piceno |
di Avv. Vittorio Santori*
Complimentandosi con l' Amministrazione Colonnella la maggioranza consiliare ha approvato il rendiconto relativo all' esercizio 2003 della Provincia di Ascoli Piceno. La frettolosità con la quale è stato portato in Consiglio il Bilancio nasconde la vergogna e l'imbarazzo per il suo contenuto: incertezza sulla esigibilità dei crediti iscritti; mancanza di relazione sul contenzioso dell' Ente; scostamento tra previsioni definitive e rendiconto del 51 % per le entrate e del 50% per le spese; per le spese in conto capitale lo scostamento è del 69,56% !!!;l'indice della rigidità della spesa corrente è salito al 36,67%.
Si aggrava la pressione tributaria che và dal 75,62% al 93,39% e viene alla luce la prassi deleteria di far ricorso al mutuo ordinario anche per spese di manutenzione. Enormi residui passivi si trascinano in bilancio dal 1979 e raggiungono al 31.12.2003 l'astronomica cifra di 143.931.785( somme stanziate ma non spese) mentre i residui attivi dal 1990 arrivano a circa 98 Milioni di Euro senza che i settori dell' Amministrazione abbiano fornito motivi di permanenza dei residui stessi.
Pende alla Corte dei Conti Regionale procedimento a seguito di referto inviato dagli stessi revisori del conti della Provincia in riferimento a reversali di pagamento emesse il 28 e 29 Dicembre 2000. Il Collegio dei revisori dichiara di non potersi esprimere sull'attendibilità del risultato economico del 2003 data la mancanza di voci di bilancio fondamentali.
La capacità di impegno di spesa in conto capitale è pari al 34% il che evidenzia l' incapacità dell'Ente ad investire. Il tutto si inserisce in una cornice strutturale Provinciale fortemente compromessa in quanto paralizzata dal sovradimensionamento del personale e dei suoi dirigenti ai quali vanno aggiunti tutti quelli che si trovano nelle società partecipate in quanto tutti concorrono alla prestazione di servizi ricondicibili alla Provincia.
La catastrofica situazione che emerge dai numeri del bilancio e dalla relazione dei revisori dei conti non può non preoccupare il cittadino che, d'ora innanzi, per effetto della riforma degli Enti locali, sarà direttamente chiamato a rifondere attraverso la tassazione locale, i danni di una gestione assente ed a volte persino nociva alle attività produttive.
Sono sotto gli occhi di tutti infatti gli effetti perversi della gestione della Regione Marche che ha vanificato la riduzione delle imposte operata dal Governo imponendo ai Marchigiani una addizionale regionale a copertura della voragine creata per il debito sanitario. Emerge, ancora una volta ,la figura di una Provincia incapace di tenere il passo con le altre limitrofe e soprattutto sprovvista di programmazione idonea ad invertire la tendenza ormai consolidata verso il peggioramento dei conti pubblici e l'inefficacia a dare risposte ai bisogni collettivi locali.
* Il Capogruppo di F.I.
Si aggrava la pressione tributaria che và dal 75,62% al 93,39% e viene alla luce la prassi deleteria di far ricorso al mutuo ordinario anche per spese di manutenzione. Enormi residui passivi si trascinano in bilancio dal 1979 e raggiungono al 31.12.2003 l'astronomica cifra di 143.931.785( somme stanziate ma non spese) mentre i residui attivi dal 1990 arrivano a circa 98 Milioni di Euro senza che i settori dell' Amministrazione abbiano fornito motivi di permanenza dei residui stessi.
Pende alla Corte dei Conti Regionale procedimento a seguito di referto inviato dagli stessi revisori del conti della Provincia in riferimento a reversali di pagamento emesse il 28 e 29 Dicembre 2000. Il Collegio dei revisori dichiara di non potersi esprimere sull'attendibilità del risultato economico del 2003 data la mancanza di voci di bilancio fondamentali.
La capacità di impegno di spesa in conto capitale è pari al 34% il che evidenzia l' incapacità dell'Ente ad investire. Il tutto si inserisce in una cornice strutturale Provinciale fortemente compromessa in quanto paralizzata dal sovradimensionamento del personale e dei suoi dirigenti ai quali vanno aggiunti tutti quelli che si trovano nelle società partecipate in quanto tutti concorrono alla prestazione di servizi ricondicibili alla Provincia.
La catastrofica situazione che emerge dai numeri del bilancio e dalla relazione dei revisori dei conti non può non preoccupare il cittadino che, d'ora innanzi, per effetto della riforma degli Enti locali, sarà direttamente chiamato a rifondere attraverso la tassazione locale, i danni di una gestione assente ed a volte persino nociva alle attività produttive.
Sono sotto gli occhi di tutti infatti gli effetti perversi della gestione della Regione Marche che ha vanificato la riduzione delle imposte operata dal Governo imponendo ai Marchigiani una addizionale regionale a copertura della voragine creata per il debito sanitario. Emerge, ancora una volta ,la figura di una Provincia incapace di tenere il passo con le altre limitrofe e soprattutto sprovvista di programmazione idonea ad invertire la tendenza ormai consolidata verso il peggioramento dei conti pubblici e l'inefficacia a dare risposte ai bisogni collettivi locali.
* Il Capogruppo di F.I.
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31/03/2004
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