Buster Keaton proietterà il film Primo amore
San Benedetto del Tronto | Il film del regista Matteo Garrone ha vinto l'Orso d'argento per le musiche al Festival di Berlino.
Il torbido triangolo de "L'imbalsamatore" si riduce a estatico "passo a due" nel nuovo film di Matteo Garrone, il quinto di questo cineasta tra i più originali della generazione dei trentenni. "Primo amore", unico italiano in concorso a Berlino, prodotto e distribuito dalla Fandango di Domenico Procacci, è un trattato sull'amore nella sua forma patologica e deviata, che va sotto le etichette di manipolazione, vampirismo, simbiosi letale tra vittima e carnefice; mentre la passione, per converso, è raffreddata e trattenuta, ed anche il sesso finalizzato al potere sull'altro.
Sonia e Vittorio si incontrano alla stazione delle corriere in una cittadina del Nord, dopo una corrispondenza da lontano, forse via Internet, che possiamo intuire dall'imbarazzo reciproco e dalla leggera confusione dell'attesa. Lei cerca di essere gentile, lui subito aggredisce: "Ti pensavo più magra". È la sua ossessione di "cacciatore di anoressiche", e finora confessa di aver trovato corpi giusti ma senza testa o corpi sbagliati, ma stavolta Vittorio decide di andare fino in fondo e chiede a quella ragazza un po' timida, che pare disposta ad amarlo, di lasciarsi modellare da lui, di dosare calorie e carboidrati in una goethiana cristallizzazione delle affinità elettive. Acquista persino una torretta isolata nella campagna vicentina per "consumare" il rituale necrofilo e applicare la regola alla lettera.
Garrone è nato documentarista e osserva con precisione i mestieri e le azioni quotidiane, anche minime. Vittorio ha un piccolo laboratorio di oreficeria e due lavoranti: anche nelle persone cerca l'anima, qualcosa di impalpabile eppure fisico che resta nel crogiolo alla fine di una lunga via crucis dei metalli, la preziosa polvere d'oro che fodera anche le pareti dell'officina. Ma intanto l'attività va in malora, all'artigianato si sostituisce un commercio gestito da manager mentre la clientela si fa più internazionale ed esigente. Sonia è commessa in un negozio equo e solidale e, a tempo perso, modella nella scuola d'arte: da una parte pratica una piccola resistenza alla globalizzazione del mercato, dall'altra lascia che la sua figura sia reinventata liberamente a volte in modo audace, altre volte con ordinaria banalità
Un sottotesto quasi sociologico, come si vede, che si slabbra e scompare sul fondo con il richiudersi a bozzolo della coppia nel gioco che lui conduce con maniacale precisione. L'amore malinteso riduce il corpo di Sonia e lo fa appassire nel digiuno monastico, quasi senza opposizione. Sono ormai l'una per l'altro e nient'altro. Ma sotterraneamente cresce il germe di una ribellione largamente prevedibile eppure sorprendente (la scena del ristorante e il ritorno a casa). "Primo amore" è liberamente ispirato a un fatto avvenuto in Veneto (l'uomo, in quel caso, ritrovò un anno dopo la ragazza che l'aveva abbandonato e l'uccise). A interpretarlo ha chiamato lo scrittore Vitaliano Trevisan (anche coautore della sceneggiatura) e una giovane attrice di teatro, Michela Cescon, premio Ubu come miglior promessa nel 2001, che ha accettato di perdere 15 chili per dare al progetto quella verità carnale senza la quale correrebbe il rischio, del tutto scongiurato, del puro artificio letterario.
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29/03/2004
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