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Il Vice Presidente del Consiglio, Sandro Donati sulle deroghe per le imprese di “confine”.

Ascoli Piceno | "La questione delle aperture festive nell'ambito del settore commercio sta alimentando un dibattito particolarmente vivace, che a mio avviso incontra delle rigidità fuori luogo".

di Sandro Donati

Al centro dell'attenzione, come noto, la proposta di legge 191, ad iniziativa della Giunta regionale, che intende apportare alcune importanti modifiche alla normativa che il Consiglio ha approvato nel corso del 2002.

L'oggetto del contendere è soprattutto il famoso punto "F", quello che prevede la possibilità per i Comuni in posizione di confine con altre regioni di superare i limiti delle deroghe previste per il resto del territorio marchigiano.

Lo spirito che anima questa stessa possibilità è essenzialmento quello di poter far fronte, in modo adeguato, alla concorrenza che si determina nelle altre zone.

Pensiamo alle imprese  che sono ubicate nella parte estrema della Provincia di Ascoli Piceno che confina con l'Abruzzo: in questa regione vi è una completa deregolamentazione sull'argomento ed è quindi scontato che si determini, di fatto, una penalizzazione consistente per il nostro settore commerciale che insiste in una posizione di confine.

Proprio nei giorni scorsi i sindaci dei Comuni di Appignano del Tronto, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Monsampolo del Tronto, Monteprandone, Offida e Spinetoli hanno inviato - ai Presidenti di Giunta e Consiglio, nonché all'Assessore ed alla Commissione competenti – un'istanza di sollecito per l'approvazione delle modifiche alla legge 19 del 2002, in particolar modo per quanto concerne le deroghe in zone di confine, dicendosi preoccupati anche per le ricadute occupazionali – se non dovessero trovare attuazione le stesse modifiche così come formulate – in un ambito che già registra una situazione molto precaria ed a tutti nota.

Ora non si tratta di operare favoritismi nei confronti di qualche grande gruppo, ma di mettere mano ad un problema che crea disagi ed una condizione di oggettivo squilibrio: non ci sono interessi sottintesi o altre acrobazie di chissà quale natura.

L'auspicio, allora, è che vengano abbandonati taluni arroccamenti – che a volte appaiono molto preconcetti -  e come hanno auspicato anche i sindaci del piceno si arrivi, quanto prima, alla definitiva approvazione delle modifiche, al fine di riportare alla normalità la situazione complessiva.

26/03/2004





        
  



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