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Non tramonta il sol levante sul calzaturiero italiano

| Rossano Soldini, presidente Anci. "Non crediamo in un inarrestabile destino del calzaturiero Made in Italy"

di Stefania Ceteroni

"Nonostante la congiuntura, si tratta di un'edizione che ha raggiunto risultati eccezionali, con 1.361 espositori (di cui 309 stranieri), con un incremento globale dell'8,5% rispetto al marzo dell'anno scorso". Esordisce con toni soddisfatti il presidente dell'Anci, Rossano Soldini, nel dare le cifre che caratterizzano questa edizione del Micam.

"La nostra soddisfazione è però mitigata dal fatto che la capacità di resistenza di una consistente parte del settore - prosegue Soldini - è stata messa a dura prova da una situazione congiunturale molto critica. Ci preoccupano soprattutto i nuovi concorrenti: Cina, Vietnam, India, che stanno erodendo anche le quote di fascia medio alta, aggredendo i produttori occidentali sul fattore prezzo".

Le importazioni del Far East di calzature in pelle e cuoio sono infatti crsesciute, nei primi 11 mesi 2003, del 44% in volume, proseguendo nella tendenziale diminuzione dei prezzi. Un fenomeno nuovo per il calzaturiero italiano che deve fare i conti con un vera e propria concorrenza "asimmetrica", costruita sul dumping monetario, sociale e ambientale, su sussidi all'esportazione, su inesistenti costi del lavoro e sul dumping creativo, ovvero la contraffazione dei marchi, dei prodotti e del Made in Italy.

"Non temiamo la globalizzazione - dice Soldini - I nostri calzaturifici hanno conosciuto la globalizzazione fin dagli anni '70. Non solo siamo usciti vincitori con paesi quali Taiwan, Corea del Sud e Sud America, ma abbiamo aumentato l'occupazione in Italia, la produzione e le esportazioni, grazie alla nostra capacità creativa, alla ricerca e all'innovazione. Non chiediamo protezionismo ma rispetto delle regole e reciprocità. Attualmente la Cina non apre il suo mercato; infatti, su 1.300.000.000 abitanti, i 100 milioni di ricchi dichiarati comprano oggi in dall'Italia 280.000 paia. La cosiddetta grande opportunità cinese consiste, in pratica, in 38 paia all'anno per ogni calzaturificio o 71 minuti di lavoro ciascuno per ogni anno. Un dato su cui si deve riflettere prima di parlare di reciprocità e rispettivamente di specializzazione di prodotto e di fascia di prezzo".

"La mia presidenza vuole essere al servizio e in difesa del Made in Italy - prosegue Soldini - Anchi ha rafforzato in questi ultimi mesi le sue attività su molti fronti e i risultati, seppur non definitivi, cominciano ad essere raccolti".

"Quello che occorre - conclude - è un governo dell'economia che si dia articolate strategie di risposta ad un crisi che sta investendo non solo il settore calzaturiero ma tutti quelli del Made in Italy esposti alla concorrenza internazionale".

22/03/2004





        
  



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