Si è concluso a Roma,il congresso internazionale "La donna e i diritti umani".
| ROMA - ...dove un essere umano è violentato nella sua dignità non può esistere la pace...
Si è concluso a Roma, presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, il congresso internazionale "La donna e i diritti umani", organizzato dall'Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, con il patrocinio di: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Parlamento Europeo - Ufficio per l'Italia, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Ministero degli Affari Esteri, Ministero per le Pari Opportunità, Ministero della Salute, Presidenza della Regione Lazio.
"La costruzione di una cultura della pace è tra le sfide più importanti che il secolo XXI deve affrontare - ha detto nella sua introduzione Cristina Zucconi Galli Fonseca, Presidente dell'Istituto di Studi Superiori sulla Donna - La storia ci ha ampiamente dimostrato che dove un essere umano è violentato nella sua dignità non può esistere la pace.
Diffondere una cultura della pace significa soprattutto mettere in risalto la dignità della persona umana come fondamento e rispetto per la difesa dei suoi diritti inalienabili.
Nemmeno si può ritenere, con tutta la fiducia che si riconosce al libero scambio, all'apertura e all'espansione dell'economia dei mercati, che una mano invisibile possa far da sola.
Pertanto, non si può prescindere dalla dignità dell'uomo come principio fondante della convivenza e dello sviluppo dei popoli membri della grande famiglia umana.
Il sentimento della pace è connaturato all'indole della donna. Per sua natura, la donna accoglie nella sua esistenza la nuova vita a cui dona protezione ed affetto: siamo in presenza di virtù essenziali per la costruzione della pace.
L'obiettivo che si pone l'Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, con il tema posto alla base del nostro convegno, è la ricerca di una prospettiva femminile per sottolineare lo stretto legame della donna con la difesa e la salvaguardia dei diritti umani".
Fra gli interventi del congresso, è stato particolarmente apprezzato quello del Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Cardinale Renato Martino, il quale ha ricordato che "il riconoscimento parziale dei diritti, a cui inducono inadeguate concezioni dell'uomo, compromette il destino delle democrazie contemporanee. Il rispetto della verità integrale dell'uomo diviene, pertanto, imperativo morale per la cultura democratica del nostro tempo, in cui è diffusa l'opinione che l'ordinamento giuridico di una società dovrebbe limitarsi a registrare e recepire le convinzioni della maggioranza".
"Muovendo dalla considerazione della comune dignità, che supera ogni differenza ed affratella tutti gli esseri umani unificandoli in una sola famiglia - ha rilevato ancora il Cardinale Martino - il Magistero stigmatizza ogni forma di discriminazione perpetrata in nome della razza, dell'etnia, del sesso, della condizione sociale o della religione.
L'eguaglianza in dignità delle persone richiede che non vi siano ingiuste discriminazioni nei diritti fondamentali, in nessun ambito, sia in campo sociale sia a livello culturale; chiede che si giunga ad una condizione più umana e più giusta della vita, eliminando tra membri e popoli dell'unica famiglia umana le troppe disparità e sperequazioni".
Con riferimento, poi, al tema specifico del congresso, il Presidente di Giustizia e Pace ha evidenziato che il contributo offerto dal Magistero ecclesiale nel campo dei diritti umani ha particolarmente valorizzato la specificità femminile, diversa da quella maschile, ma di una diversità nell'eguaglianza di dignità che è arricchente ed indispensabile per un'armoniosa convivenza.
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19/03/2004
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