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Conferenza regionale sulle Politiche integrate per la sicurezza

| ANCONA – Si deve mantenere alta la qualità di vita che caratterizza la nostra regione.

Coordinamento delle azioni, miglioramento dei collegamenti informativi tra forze di polizia, educazione alla legalità nella Scuola, prevenzione e riduzione del degrado urbano, necessità di formazione continua degli operatori per contribuire ad aumentare il senso di sicurezza che i marchigiani,  "gente tranquilla",  esigono , al di là delle statistiche, per mantenere alta la qualità di vita che caratterizza la nostra regione. Sono queste le principali indicazioni emerse nelle sei sessioni tematiche che si sono svolte nel corso della 2° "Conferenza regionale sulle Politiche integrate per la sicurezza", conclusasi presso l'Auditorium della Fiera di Ancona.

In particolare, gli orientamenti evidenziati nella prima sessione sul  Rapporto statistico degli eventi criminali in territorio nazionale e nelle Marche è stata sintetizzata da Riccardo Pagani, consulente regionale,  che ha evidenziato come siano calate, in Italia e nella nostra regione,  le denunce di reato, che si presentano in numero maggiore in base in base al valore del bene danneggiato o sottratto. Le più frequenti tipologie di reato sono i furti e gli scippi in aumento ad opera di minori e le vittime più colpite sono anziani e fasce deboli in genere. Molto sentita  in ambito marchigiano come minaccia grave ( circa il 60% la esprime) il furto in appartamento,  ma non si usano sistemi di sicurezza sofisticati, solo il 37% ha una porta blindata.  Altro indicatore di insicurezza è il degrado urbano, percepito come fattore molto importante del disagio sociale.

Secondo il Sindacato di Polizia (SIULP) la carenza di organico nelle Marche è un problema che incide in maniera rilevante sul senso di insicurezza dei cittadini e sulle azioni di prevenzione. Per il Poliziotto di quartiere si attinge dai reparti operativi che restano così sguarniti a danno del controllo sul territorio. Lo stesso accade per la Polizia stradale che non può intervenire di notte se non raggiunge le 15 unità operative. Un dato che influisce sulla crescita del numero degli incidenti stradali e sul conseguente aumento delle polizze assicurative. Ultimo dato non confortante è che l'associazione nazionale Telefono Azzurro, il servizio di assistenza telefonica a tutela dei minori in difficoltà, fino a poco tempo fa poco interessata ad attivare postazioni nelle Marche, ora dalle segnalazioni ricevute, medita di attivare il servizio. Anche nella seconda sessione,  Il Sistema informativo comune,  la riduzione o prevenzione del degrado urbano è stata segnalata come necessità primaria.

Dal confronto emerso nella sessione tematica è nata l'idea -  ha detto Stefania Baldassarri, dirigente del servizio informativo statistico della Regione Marche – di istituire un apposito gruppo di lavoro interregionale ( con l'Emilia Romagna e la Toscana) per creare un sistema statistico,  finalizzato proprio a raccogliere informazioni sul degrado urbano che possa dialogare sulla base di definizioni comuni per costituire una Banca dati organica e approfondita e confrontare informazioni e soluzioni. Ma l'obiettivo generale è quello di raccogliere  in un unico sistema informativo, il S.I.C. appunto, i dati finora disaggregati a livello territoriale in diverse sezioni di rilevamento,  per effettuare analisi approfondite a supporto di una reale integrazione delle politiche di sicurezza. Un Sistema comune con informazioni omogenee non solo destinato agli operatori della sicurezza o sociali,  ma comunicabile al cittadino attraverso cartine, mappe ed altri strumenti nei singoli quartieri della città.

I protocolli e i contratti di sicurezza nelle Marche era l'oggetto di riflessione della terza sessione. Paolo Orrei vice prefetto vicario di Ancona ha ricordato che l'esperienza dei protocolli è iniziata nel '98 e ne sono stati sottoscritto 15 tra le quattro prefetture e gli Enti locali e con l'Associazione bancaria (ABI). Ribadita in questa sessione da parte della Polizia municipale la positiva esperienza e la validità dei Protocolli e dei contratti di sicurezza, dove però "andrebbe maggiormente implementata la parte relativa alla formazione della polizia municipale" e una migliore individuazione delle specifiche competenze per evitare sovrapposizioni di ruoli. Richieste anche nuove forme di promozione per la collaborazione e la partecipazione del cittadino con le Forze dell'ordine. E' stata inoltre richiamata la costruttiva esperienza pilota dei Comuni di Numana e Sirolo che hanno sperimentato un progetto di sicurezza urbana tra Polizia municipale e Istituti privati di vigilanza.

Per il presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche, Gianni Rossetti,  che ha sintetizzato le tematiche emerse nella sessione Comunicare Sicurezza, "è un errore pensare di delegare alla stampa e agli organi di informazione il compito di rassicurare i cittadini."  "I giornali  - ha detto - raccontano i fatti di cronaca e la percezione del senso di insicurezza non dipende solo dalle notizie pubblicate sui giornali, che in questa regione come in Italia, vengono letti poco, ma da fattori diversificati." Certo la televisione,  per esempio,  ha accentuato l'ansia delle persone, portando il mondo in casa,  ma conta invece di più il numero dei reati, la visibilità degli operatori della sicurezza nelle nostre città e la loro preparazione al  buon approccio con il cittadino che domanda, le condizioni generali della società e il degrado, l'incertezza del futuro, il senso di solitudine degli anziani. Un elemento nella nostra regione è molto importante per contribuire al senso di sicurezza: il paese, il piccolo comune,  una volta tanto, quindi, il valore del localismo, che significa coesione sociale, tessuto forte e sano,  tradizione radicata dei valori della solidarietà, della prossimità e quindi anche della legalità. Importante anche la capacità di comunicare sicurezza da parte delle persone in divisa che dovrebbe essere maggiormente formate in questa materia.

Dove imprimere quindi maggiori spinte per aumentare il senso di sicurezza? All'educazione alla legalità nella Scuola e quindi all'insegnamento del rispetto delle regole che porta al senso di responsabilizzazione e alla mentalità del "bene comune" che va protetto da parte di tutti. Anche Ugo Pastore, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori relatore della sessione "Disagio, devianza giovanile", ha sottolineato il ruolo della Scuola come luogo privilegiato dove promuovere l'indispensabile educazione alla legalità, la responsabilizzazione e la partecipazione dei giovani ai processi decisionali che li riguardano.  "Nella  Scuola – ha detto- si rivelano ancora le criticità. Non è ancora preparata ad affrontare iniziative di socializzazione e partecipazione per arginare il disagio giovanile, prima che si manifesti palesemente e diventi devianza. Perché questa fondamentale istituzione della nostra società paga il prezzo dell'isolamento dalle altre istituzioni e soffre ancora della dicotomia tra aspetto educativo e sociale in cui è stata relegata per anni." I reati minorili in aumento nelle Marche attengono soprattutto agli atti vandalici, al danneggiamento dei beni, agli episodi di bullismo.

Ma occorre un disegno generale per costruire un sistema integrato di interventi:  indispensabile quindi il coordinamento e la comunicazione efficace tra i numerosi soggetti che operano nel settore delle politiche giovanili sia con riferimento al welfare e alle politiche della famiglia  che alla sicurezza e alla prevenzione del disagio. Importante secondo Pastore coinvolgere i giovani negli interventi, non aspettare che si presentino da soli alle iniziative o nei servizi a loro rivolti,  ma cercare l'incontro diretto e favorire le occasioni di ascolto delle loro esigenze.  Un particolare consenso è emerso nella sessione per l'iniziativa della Regione di promuovere la Conferenza sulla sicurezza e per essere tra le poche regioni ad aver istituito la figura del Garante dell'Infanzia come mediatore del rapporto tra istituzioni.  L'ultima sessione riguardava il tema delle Politiche dell'integrazione.  L'assessore regionale all'immigrazione, Ugo Ascoli ha subito rilevato come nella nostra regione, nonostante sia in continua crescita il flusso migratorio di persone extracomunitarie, il numero di reati sia inversamente proporzionale: cioè in controtendenza , appena il 2% del totale dei delitti sono compiuti da stranieri con regolare permesso di soggiorno. Merito sicuramente della buon inserimento  nel nostro tessuto sociale che si traduce in minore propensione a delinquere.

Preoccupa invece ancora il dato in aumento del traffico di esseri umani,  sia per essere utilizzati , " o meglio schiavizzati" nel lavoro nero, sia a scopo di sfruttamento sessuale, così come il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, in crescita ma non allarmante. Nella sessione è stato esaminato anche il problema dei "senza fissa dimora" che anche nelle Marche stanno aumentando (solo ad Ancona in due mesi ne sono stati censiti 50): sono persone tra i 40/45 anni, 1/3 italiani, 2/3 stranieri,  con grado di istruzione elevato e sta crescendo il numero delle donne "homeless".  Al primo posto delle preoccupazione degli immigrati, invece, la casa e ancora una scarsa rappresentatività nella vita politica e sociale. Importante diffondere canali di conoscenza e comunicazione , oltre che la promozione di associazioni e organismi congiunti tra marchigiani ed extracomunitari per lavorare ad obiettivi comuni.

13/03/2004





        
  



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