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Assemblea dei giornalisti piceni: premi e problemi

San Benedetto del Tronto | Intervento fra gli altri del presidente dell'Ordine regionale Gianni Rossetti. Premiati sei giornalisti per i 25 anni dall'iscrizione all'albo

di Giovanni Desideri

Avrebbe potuto essere un'assemblea dai toni un po' dimessi, visto il giorno e l'ora: domenica (8 febbraio) alle 10. E invece il dibattito tra i giornalisti residenti nella provincia di Ascoli Piceno, organizzato dall'Ordine dei Giornalisti delle Marche, si è animato su alcuni dei problemi che riguardano la categoria.

Più di tutti il problema che è emerso come il più lancinante per la libertà d'informazione in tutto il territorio piceno: la Sambenedettese Calcio e le recenti disposizioni del suo patron Luciano Gaucci, che da alcune settimane ha chiuso la sala stampa dello stadio "Riviera delle Palme" e da oggi costringe i giornalisti a pagarsi il biglietto per andare a vedere la partita (e, incidentalmente, fare il loro lavoro).

Sei giornalisti sono stati premiati per i 25 anni dall'iscrizione all'albo: Arnaldo Alessandrini, Guido Belloni, Luciano Bertolani, Sandro Paci, Giulio Pisaghi, Tommaso Vitali Rosati. Al presidente dell'Ordine regionale Gianni Rossetti e al suo vice Sandro Feliziani (moderatore dell'incontro) è stato invece consegnato il volume di recente pubblicazione sulla storia della Provincia di Ascoli Piceno.

L'assemblea si è svolta presso la Sala Consiliare del Comune di San Benedetto e vi hanno preso parte anche alcune autorità: il sindaco di San Benedetto Martinelli ("chiedo ai giornalisti un'informazione meno urlata e più calma"), il suo vice Piunti ("la stampa locale riporta fedelmente i fatti"), il presidente della Provincia Colonnella ("la stampa è importante affinché il nostro territorio conti sempre più, anche a livello internazionale").

Di seguito l'intervento del presidente Rossetti, il cui mandato triennale volge ormai al termine. Rossetti ha parlato della "necessità di difendere l'autonomia della categoria, per esempio da persone come Gaucci, il cui comportamento è puerile e infantile. In questa vicenda è preoccupante il clima che si viene a creare, che può condurre ad aggressioni e alla violenza da parte di alcuni".

Ma Rossetti ha poi affrontato altri temi: "siamo forse l'unica categoria che risponda oggi direttamente del proprio operato, basti considerare che sulla testa dei giornalisti pendono cause di risarcimenti in procedimenti civili per complessivi un milione e 800 mila euro. Ma quello delle denunce e delle querele è soprattutto un modo per limitare l'autonomia dei giornalisti, per impedire che si occupino di certi argomenti".

Infine un rapido bilancio dell'attività del consiglio regionale dell'Ordine: "uno degli obiettivi che abbiamo perseguito è stato quello di tutelare la professionalità del giornalista, iscritto o non iscritto ed impegnato in qualsiasi settore della comunicazione: come free lance o negli Uffici Stampa o nelle testate online".

Dopo gli interventi di Giovanni Giacomini (segretario regionale del Sindacato Giornalisti delle Marche) e di Aleandro Di Silvestre (consigliere dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti), si è passati al dibattito vero e proprio, pressoché monopolizzato dalla questione Gaucci, come già la maggior parte degli interventi precedenti.

Alla fine è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno con il quale l'assemblea "respinge fermamente l'ennesimo attacco della dirigenza della società Sambenedettese alla libertà e all'autonomia della stampa", "ribadisce l'assoluta autonomia ed indipendenza dei giornalisti nello svolgimento della propria funzione che non può essere messa a repentaglio dall'atteggiamento arrogante della proprietà della società Sambenedettese calcio", "esprime ai colleghi colpiti dall'assurdo ed intimidatorio provvedimento la più ampia solidarietà della categoria", "chiede al Consiglio dell'Ordine dei giornalisti delle Marche di adottare ogni iniziativa consentita per affermare con forza i pieno diritto dei giornalisti di vedersi riconosciute tutte le condizioni necessarie per svolgere in piena libertà il loro lavoro".

08/02/2004





        
  



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