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Elezioni vicine. Comincia il "teatrino politico"

| Sannicandro:" i programmi e gli impegni lasciano il passo a lotte e diatribe personali per conquistare un posto da candidato".

di Rocco Sannicandro

E' l'ultimo scritto che il Dottor Rocco Sannicandro ci ha inviato alle ore 16,23 del 06 febbraio. Gli avevamo detto che l'avremmo messo online all'una di notte. Così è stato.

Basta una ricorrenza elettorale perché il teatrino della politica si presenti con fredda puntualità a mostrare tutto sé stesso, come un "re nudo" senza veli sullo scenario della vita pubblica, mettendo in campo i suoi pregi e difetti, di sempre, come in un giardino incantato, resistibile al tempo ed alle intemperie, imbalsamato ed imprigionato, incapace di cogliere dagli avvenimenti  insegnamenti, esperienze, riflessioni.

E così ancora una volta i programmi e gli impegni lasciano il passo a lotte e diatribe personali per conquistare un posto da candidato.

Si badi bene da "candidato", indipendentemente da considerazioni tra possibilità concreta, poi, di vincere ma soprattutto di analizzare quale servizio rendere alla collettività.

Prendiamo ad esempio la corsa al candidato per la presidenza della nostra provincia.

C'è un problema sul tappeto particolarmente delicato, urgente e di primaria importanza, che è quello della incombente divisione del territorio attuale in due enti provinciali.

Nemmeno una parola da parte di esponenti della politica di questa città è stata spesa per prendere una posizione; tutta la polemica si è svolta tra le due città capofila, Ascoli e Fermo, come se la cosa riguardasse soltanto una supremazia campanilistica da torneo di calcio.

Ed invece la questione è seria, molto importante e coinvolge una serie di conseguenze anche su questa città. La chiusura di alcune fabbriche dell'ascolano avvenuta in questi giorni con drammatiche conseguenze per molte famiglie interessate dai licenziamenti possono produrre un effetto domino che coinvolge l'intera provincia; e se poi si aggiungono la grave crisi del settore calzaturiero, il forte ingresso sul mercato di iniziative imprenditoriali cinesi con connessa concorrenza di prezzi e di offerta, vediamo che la questione "territorio" non è un fatto circoscrizionale ma un problema economico, occupazionale, oltreché sociale.

Ed allora cosa si intende fare, nell'uno o nell'altro caso; cioè sia se la provincia rimarrà una, sia se ne saranno due.

Ma soprattutto, i proposti candidati come affronterebbero la situazione, come vedono la "querelle" sulla provincia e, soprattutto, quale posizione hanno in merito.

L'equidistanza del domicilio da Ascoli e Fermo non è una presa di posizione sul problema, è una finta soluzione che non inganna né addormenta il cittadino elettore.

Ed ancora. E' di moda parlare di città-territorio, ma che senso ha se poi su una questione territoriale concreta nessuno prende posizione?

E questo è uno dei punti di programma su cui il cittadino vuole sapere cosa il futuro governo della Provincia vuole fare: forse è il più importante ma non è l'unico.

Certo è che al di là dei candidati, agli elettori interessa sapere per quali obiettivi si vota e questi non possono che precedere la figura dell'eligendo.

Un'ultima osservazione.

Oggi il corpo elettorale non è statico nelle scelte così come una volta accadeva.

Ad ogni appuntamento elettorale di quest'ultimo decennio abbiamo assistito ad ondate di voti che si sono spostati da uno schieramento all'altro. Per tutti valgono gli esempi di Milano e Bologna o, se vogliamo, di San Benedetto, Fermo ed Ascoli.

Non si può più pensare che esista una rendita di posizione irreversibile.
         
                                                              

07/02/2004





        
  



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