Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Metti una sera…in Consiglio comunale.

San Benedetto del Tronto | Cronaca di una storia cittadina con epilogo il 2/3 febbraio 2004.

di *I Presidenti dei Comitati di Quartiere "Paese Alt

C'eravamo.

Eravamo  tanti.

Avevamo fatto un appello.

Non un incitamento, non una sobillazione, non una spedizione organizzata a tavolino.

Niente di tutto questo. (Eppure eravamo super controllati dall'ordine ; cosa che non si e' verificata quando i concessionari di spiaggia andarono in consiglio comunale per dissentire –anche lì dissenso annunciato-  oppure quando la lega navale organizzò un attacco all'amministrazione con fischietti ed urla "vergogna !!" durante l'inaugurazione delle sculture al molo sud . Lì no . Noi invece , cittadini , motivati dal senso civico , non dobbiamo dimostrare nulla in fatto di civiltà ; possiamo invece insegnare nella scuola di tutti cos'è la democrazia partecipata . Ma alla luce dei fatti c'e' da attendere la prossima amministrazione .) 

Un semplice appello: "Venite in Consiglio Comunale, numerosi, silenti, disciplinati".

Il perché l'abbiamo spiegato in due assemblee, una al Paese Alto, il 26 gennaio e l'altra al Ponterotto, il 30 gennaio ( dove nessun assessore , ne' sindaco e ne' vice sindaco si sono degnati di intervenire . Solo due consiglieri di maggioranza) .

Abbiamo parlato in modo sereno e pacato, solo al fine di rendere edotta e partecipe la gente, perché la città è dei cittadini ed è giusto che loro sappiano.

Abbiamo raccontato i fatti, documenti alla mano. La storia di una fine annunciata.

Al Paese Alto c'è la scuola "Sciarra", meglio conosciuta come scuola "Castello", in Piazza Sacconi, vicino al Torrione. E' un edificio austero, di due piani per circa 240 metri quadri complessivi. E' stata anche il primo Municipio cittadino.

Al Ponterotto c'è la scuola "Borgo Trevisani". E' un bel villino di circa 600 metri quadri, con tanto di giardino, che si affaccia sulla piazza.

Entrambi sono, attualmente, adibiti a scuole, ma presto, almeno ci auguriamo, i bambini andranno nella nuova scuola che è in fase di costruzione al Paese Alto.

Da qui tante speranze.

I due edifici pubblici sarebbero rimasti liberi e a disposizione dei due quartieri per attività sociali, culturali, ludiche.

Due quartieri privi di un benché minimo servizio, con due Parrocchie (Madonna del Suffragio al Ponterotto e S.Benedetto Martire al Paese Alto) che sono, anche loro, prive di spazi interni ed esterni. Finalmente avremmo avuto qualcosa da utilizzare.

Finalmente, pensavamo tutti, i nostri ragazzini avranno una scuola decente e noi tutti avremo degli spazi e potremo organizzare tante attività. Magari potremo anche farci insediare una farmacia o un pronto intervento o un ufficio postale.

Dio come eravamo felici! Non c'era nessuna nube all'orizzonte!

L'attuale maggioranza si era presentata alle elezioni con un programma incoraggiante: i quartieri avranno gli spazi per le loro attività. Il Piano idea e le linee guida del nuovo PRG ripetevano il concetto.

Tutto andava per il meglio.

E' vero, i due edifici comparivano sempre fra i beni dismissibili nei bilanci annuali, fin dalla precedente amministrazione, ma la legge obbliga ad attuare particolari procedure per attivare le dismissioni, procedure che non c'erano, quindi, si trattava solo di un escamotage contabile, e non ce ne eravamo mai preoccupati.

Poi, nell'aprile dell'anno scorso, arriva l'ordine del giorno del Consiglio comunale.

Uno dei punti era la variante di destinazione dei due edifici, da istruzione a "centro storico" per la scuola Castello e a "zona di completamento" per la scuola Borgo Trevisani. La variante prelude alle dismissioni. Sconcerto: "Allora vendono veramente".

Cinque giorni al Consiglio comunale, che si fa? Si scrive, si chiedono incontri, si raccolgono firme. Non è servito a nulla. Il punto viene approvato.

Si continuano i colloqui; si scrive; il Comitato di Quartiere Paese Alto, unitamente alla Parrocchia, inoltra anche la proposta di acquisto della scuola Castello. Risposte zero.

Rimane una opportunità: presentare le osservazioni. Devono contenere elementi tecnici. Si ritiene che i motivi tecnici di contestazione ci siano e, nei termini, si presentano le osservazioni, che risultano le uniche.

Si dismettono i nostri due beni (e non sono i soli perché la delibera riguarda anche la scuola media "Curzi" e l'ex Capitaneria di Porto in via Paolini), ma, evidentemente, non interessa a nessuno che una fetta consistente del già povero patrimonio del comune venga dimessa, neppure per solidarietà. E, infatti, non riceviamo neppure una semplice e non compromettente telefonata di sostegno.

Certo, il fine è nobile: costruire una nuova scuola media che sostituisca la "Curzi", e noi, che abbiamo lottato per circa dieci anni per avere una scuola decente, non possiamo che condividere, ma non possiamo accettare il prezzo che in termini economici, sociali e di memoria storica siamo costretti a pagare.

Ci mettiamo in paziente attesa. E arriva la convocazione della commissione urbanistica per discutere le osservazioni. Tutte bocciate, miseramente, senza appello! Non è possibile, suona strano, si contesta e  la commissione viene rinviata di una settimana perché l'ufficio approfondisca le sue controdeduzioni. E la settimana successiva la commissione va deserta.

Ormai era chiaro! Corrette o no, quelle erano le controdeduzioni dell'ufficio e la bocciatura rimaneva. In consiglio comunale sarebbero state presentate osservazioni e controdeduzioni e sarebbe stata confermata la delibera di variante al PRG, dando, ovviamente, credito all'ufficio tecnico del comune.

Per l'Amministrazione, la valutazione tecnica e l'indirizzo politico coincidevano, per cui confermare era scontato.

E se ci sono due quartieri in evidente stato di degrado, relegati a "dormitori", senza possibilità alcuna di aggregazione, di vita sociale (che tutti si affannano a ritenere tanto importante…parole), poco importa.

E se lo già scarso patrimonio comunale si assottiglia ancora di più, perdendo pezzi importanti, per sostituirli, ad opera del privato, con un po' di appartamenti di civile abitazione, che, magari serviranno da investimento e rimarranno chiusi o affittati solo nel periodo estivo, poco importa.

E se quei beni non si vendono all'asta, cercando il maggior profitto, ma si permutano, in blocco, con una valutazione a monte, poco importa.

E se quei soldi non si reinvestono nei quartieri di provenienza per le evidenti necessità (fogne, strade, parcheggi, illuminazione,ecc.) poco importa.

E se i cittadini reclamano a gran voce le loro legittime priorità, confidando in chi si è presentato con un accattivante programma elettorale, poco importa.

La "ragion di stato" sovrasta ogni "pretesa" e nulla può accadere quando viene richiesto da chi non gestisce la "cosa pubblica", ma ha dato la delega!

No, non è esatto, qualcosa, nell'ultimo periodo, è successo.

Tanti incontri e tante promesse. Una casa di legno di circa 60 metri quadri al Ponterotto: il guaio è che non c'è il terreno! Edifici nuovi con tanto di giardino, campo di bocce ecc.ecc., ma da prevedere nel nuovo PRG e poi da costruire con accordi di programma, previo esproprio dei terreni! Ma, per carità, per tutti i quartieri (quindici), perché mica ci sono solo Paese Alto e Ponterotto! Un tot di metri quadri, da stabilire, da destinare al quartiere, ma solo nell'edificio della Borgo Trevisani, perché per quello del Paese Alto è impossibile!E questo andirivieni è durato fino a pochi minuti prima della votazione finale.

E poi ci sono le persone e tanti: si, no, ma. Qualcuno parla col Parroco e si dice a fianco dei quartieri ( consiglieri che vanno dal parroco e gli garantiscono pieno appoggio contro la dismissione ed invece poi in consiglio si concentrano in una appassionata difesa d'ufficio per la vendita , oltre un normale intervento) ; poi vanno in Consiglio comunale e attaccano il dissenso dei cittadini. Qualcun altro si esprime pubblicamente sulla fattibilità di un ripensamento e, poi, in Consiglio comunale, sostiene le dismissioni. E via dicendo, di episodi ce ne sono tanti. Ma quello che conta sono i fatti. E' stata cambiata la destinazione degli edifici e questo prelude alla dismissione a mezzo permuta.

Ammiriamo la fermezza di chi ci amministra, ma vorremmo ritrovarla negli indirizzi generali e anche nelle risposte alle reali, urgenti e improrogabili esigenze.

E tutto questo non era giusto che fosse vissuto solo dai presidenti dei Comitati di quartiere e dai loro direttivi. Era corretto, al contrario, che tutti ascoltassero le "ragioni" dei nostri amministratori.

La gente ha raccolto l'appello.

Eravamo veramente tanti. Anche a dimostrare il nostro dissenso, ma in modo civile e democratico. I residenti del Paese Alto e del Ponterotto, hanno dimostrato a tutti di essere persone serie e corrette e di questo siamo fieri. Se qualcuno ha temuto sommosse di piazza, forse dimentica che la democrazia ha i suoi strumenti.

*I Presidenti dei Comitati di Quartiere "Paese Alto" e "Ponterotto"

05/02/2004





        
  



1+2=

Altri articoli di...

ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati