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Si è concluso il primo Spinetoli Social Movie

Spinetoli | Primo premio a “Il più crudele dei giorni”, film sull'uccisione della giornalista Ilaria Alpi

Venerdi 13. Ultime proiezioni. Qualcuno sentirà la mancanza del Festival ma anche, e soprattutto, della ex sala parrocchiale dedicata a Beniamino Gigli. Per molti anziani tornare a vedere cinema in un posto in cui hanno riso e pianto e fatto la corte a quella che sarebbe diventata poi una moglie (o un marito) è stato una sorta di revival, di tuffo mortale carpiato nel passato. Per molti altri, specie i più giovani, un primo approccio con il grande schermo dopo che la loro unica dimensione immaginifica è rappresentata da un 27 pollici televisivo.

C'è Alida Cucciolla, la moglie del grande Riccardo, che presenta "Italiani brava gente" e ci sono un paio di reduci da quell'avventura senza senso che è stata la guerra di Russia. Commozione parecchia e occhi persi in quella sterminata pianura imbiancata da una neve che, per molti, è diventata una bara senza speranza.

Ma il clou è la sera. La fine di Ilaria Alpi brucia ancora e non solo ai genitori che hanno collaborato alla sceneggiatura del film e regalato un paio di orecchini della figlia a Giovanna Mezzogiorno, colei che si è assunta l'onere di ricordarla. "Il più crudele dei giorni" è un film spietato, lucido, attento e il regista, Ferdinando Vicentini Orgnani ne racconta i retroscena, le difficoltà avute prima, durante e dopo la lavorazione, le querele che ne hanno accompagnato l'uscita.

Ma come spesso accade nel nostro mondo tutto giocato sull'immagine, il film ha contribuito, forse in maniera decisiva, alla costituzione della commissione parlamentare di inchiesta sull'assassinio premeditato dell'inviata del Tg3. Un piccolo miracolo, si è preso finalmente atto che quello non è stato un "incidente" ma una spietata esecuzione.

Tantissima gente e occhi lucidi ma anche un grande senso di rabbia e di impotenza. Il film è ben fatto, ben confezionato, ben girato. Il Marocco non è la Somalia ma ne rende parecchio l'idea. La Somalia, per la troupe, era impraticabile e le spese assicurative superavano di gran lunga lo stesso budget del film. Ma la storia è vera e i contorni, oggi, molto ben definiti.

Riunione della giuria in un caldo ristorante e la sensazione molto netta che non sarà una riunione facile.

"Qual è secondo voi il miglior film?", chiede il direttore artistico. Tutte risposte differenti e un minimo di timor panico. Ma poi si parla, si ragiona, ci si confronta, si ribadiscono concetti, si cerca di far prevalere la propria opinione su quella degli altri. Qualcuno media e le posizioni si chiariscono.

Il miglior film? L'ultimo, la morte di Ilaria Alpi, l'abilità registica di Orgnani e gli occhi di Giovanna Mezzogiorno, due perle verdi su fondo celeste vincono, "Il più crudele dei giorni" raggiunge un'unanimità all'inizio neppure lontanamente immaginabile.

Si tratta di assegnare gli altri premi: la storia più originale? "Calendar Girls" di Nigel Cole, così, le signore un po' in là con gli anni hanno la loro giusta rivincita sulle teen-ager sculettanti. Ancora due premi, il primo, quello per il più forte impatto drammatico va al francese "Chaos" di Coline Serrau. Il secondo, quello per la più rilevante tematica sociale, ancora a un italiano, "Il posto dell'anima" di Riccardo Milani.

La giuria ha terminato il suo lavoro e gli animi si sono rasserenati. Sarà anche un piccolo Festival, sarà anche la prima edizione ma il cinema è il cinema e per chi lo ama rappresenta quasi un dopo partita. 56 milioni di commissari tecnici della nazionale, 56 milioni di critici cinematografici. Finisce il Festival di Spinetoli e gli occhi sono ancora pieni di immagini...suggestive, questa volta.

16/02/2004





        
  



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