Sacerdote al Grande Fratello?
| ROMA - Mentre infuriano le polemiche l'autore Fabio Pastrello dice:" Cast segreto fino al 22".
"Il sacerdote che ha chiesto di partecipare al Grande Fatello è una persona tra i 30 e i 40 anni di una zona del Centro-Sud Italia", di più non posso dire, se non che al di là di ciò che riportano i giornali e le agenzie, fino al 22 gennaio, il cast non si conoscerà", con poche e lapidarie parole Fabio Pastrello, uno degli autori del discutissimo programma, lascia intendere che effettivamente salvo novità dell'ultimo momento tutti dovranno rimanere con il fiato sospeso fino a quel giovedì 22, perché di fatto tutto potrebbe accadere.
Eppure Mediaset secondo quanto riportano le agenzie di stampa avrebbe ufficialmente deciso di non dare seguito alla candidatura di un sacerdote trentottenne del Sud che aveva chiesto di partecipare al Grande Fratello che riprende il via il prossimo 22 gennaio.
"Un programma specchio della realtà italiana", spiega Cologno Monzese, "ma non per questo troviamo corretto accogliere l'ipotesi di un prete cattolico nel cast, invitiamo comunque il sacerdote che si era candidato a farsi avanti e spiegare pubblicamente il senso della sua scelta.". Dopo le inevitabili polemiche che hanno condito la vicenda, Pasolo Bassetti, responsabile con il fratello Marco della Endemol, la casa che produce il programma, ritira l'idea di portare un sacerdote nella casa bunker di Cinecittà ha ricordato che comunque questo sacerdote si era presentato spontaneamente alla selezione.
"Non è possibile partecipare ad una tale trasmissione, basata sullo scandalo", commenta fermamente e brevemente don Giovanni D'Ercole della Segreteria di Stato Vaticana, "o non capito che tipo di programma è o non ha capito qual è la sua missione".
"Inaudito", aveva commentato Monsignor Esilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna, "la sola proposta, il solo pensare a questa eventualità è inaccettabile, "una sfida da parte dell'organizzazione del programma e della rete che lo trasmette. Una sfida alla Chiesa in quanto tale, in questo modo si vorrebbe santificare il programma, che tutto è uguale e tutto va bene: non è vero. La partecipazione di un prete a Grande Fratello sarebbe un'offesa, una ferita gravissima alla Chiesa e al sentimento cristiano.Lo dico non solo a nome mio e dei vescovi ma anche a nome dell'intera comunità cristiana".
Secondo Don Antonio Mazzi, uno dei sacerdoti più presenti sul piccolo schermo, è assolutamente 'impossibile', "non capisco", ha detto, "che ruolo potrebbe avere. Io certamente sono uno che usa la televisione in tutte le maniere possibili ma il Grande Fratello mi sembra un programma perso in tutti i sensi che non offre alcuno spazio a messaggi rivolti alla gente, a meno che questo prete non sia in grado di redimerli tutti, mi sembra un'ipotesi assurda.
"Mi auguro si tratti di un trucco", aveva detto Don Roberto Di Diodato, direttore editoriale del Gruppo Multimedia San Paolo, "finalizzato a catturare l'attenzione su un programma che rischia di confondersi nella gran quantità di reality show che ha generato, come scrive Marida Caterini su Il Tempo, il sacerdote ha una missione da compiere, entrare in quell'appartamento equivarrebbe vivere situazioni non consone alla dignità della veste talare e del suo compito su questa terra".
Durissima era stata anche la reazione di Don Felice Riva, dell'Opera di Don Guanella, esperto di comunicazione. "Sono letteralmente costernato", aveva detto, "l'abuso del piccolo schermo sta facendo perdere di vista i valori più elementari. Un sacerdote, in un reality show che si è distinto per la grossolanità e volgarità del linguaggio e di situazioni, a me personalmente appare condannabile".
Don Felice Riva aveva ricordato le dure critiche di cui, cinque anni fa, nel febbraio del 1999, furono oggetto sacerdoti e suore che parteciparono ad una serata speciale di "Furore", il programma di Alessandro Greco, dove, cantando e ballando,si propone un'immagine inconsueta del prete. Le autorità del Vaticano non accettarono quelle esibizioni, catalogandole al di fuori dei canoni sacerdotali accettabili. E condannarono l'anno dopo il Grande Fratello etichettandolo un programma inutile, ambiguo e parassitario".
Tutti i religiosi, in qualche modo vicini al mondo della comunicazione, si sono espressi nello stesso modo, ritenendo che un sacerdote o un laico possono, anzi devono usare tutti i mezzi ma per evangelizzare. A favore si era espressa invece Roberta Beta, protagonista della prima edizione del Grande Fratello, oggi conduttrice televisiva, la quale aveva affermato: "Gli Apostoli di Gesù si recavano tra i peccatori nel tentativo di redimerli, magari questo sacerdote riuscisse ad evangelizzare anche gli abitanti dell'appartamento del GF4".
Nella trasmissione di Canale 5, al fianco di Barbara Durso ci sarà ancora Marco Giorni, nelle vesti di un inviato alle mura della casa-bunker. Certo è che questa storia ha solo portato acqua al mulino del programma che, chiaramente fa registrare una impennata degli indici d'ascolto.
Certo che i "contro", messi sulla bilancia, sono molti più dei "pro". Il sacerdote, come avrebbe potuto evangelizzare, ammesso che questa fosse stata l'intenzione, in una realtà così inquinata? Facciamo un esempio concreto, solo per rendere più calzante l'osservazione: Don Oreste Benzi, il famoso sacerdote riminese, che ha particolarmente indirizzato la sua missione, almeno all'inizio della sua opera, per il recupero delle prostitute, andava e va, nelle strade, di notte, quando le "lucciole" sono in attesa di clienti e gli parla di Gesù, della conversione, del fatto che Dio per distruggere il peccato di ogni uomo, ha dovuto percorrere la tremenda tribolazione della Croce, della Passione, per il suo misterioso disegno d'Amore, al fine di salvare ognuno di noi dalla perdizione, perché davanti a Dio chi più chi meno siamo tutti peccatori e bisognosi della misericordia, del perdono e di perdonare. Ma Benzi non è che si è messo a fare le stesse cose delle prostitute in strada. Calarsi in un contesto per cambiarlo, per evangelizzarlo, questo sì, ma non partecipare all'opera perversa del peccato, della situazione di peccato, della struttura di peccato che in quel momento si presenta.
Il mondo di Internet, della comunicazione, dell'informazione, e anche dello spettacolo, oggi offrono possibilità enormi per far conoscere la persona di Gesù Cristo, della sua Parola, il cristianesimo, i suoi contenuti, la storia della Salvezza. E' questo l'uso sano degli spazi che il Signore di volta in volta consente al cristiano per usare i mezzi moderni per la evangelizzazione. Dice il profeta Malachia: "Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione, perché egli è messaggero del Signore" (capitolo due, versetti 1 e seguenti). Gesù Cristo inviata a non dare scandalo: "E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono
" (Vangelo di Luca, Capitolo 17, versetto 1).
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09/01/2004
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