Picasso matador alla Mole Vanvitelliana.
| La città di Ancona ospita nella mostra "Picasso in bianco e nero" la celebre serie dedicata alla tauromachia del maestro spagnolo.
di Gianluca Traini
"Tutto l'interesse dell'arte sta nell'inizio. Dopo l'inizio è già la fine." E l'inizio per Picasso, autore di questa celebre affermazione, si coglie nella rapidità del gesto con cui l'artista riesce a catturare quel che più lo attrae. Non è un caso quindi che l'opera del pittore spagnolo sia stata durante gli anni così vulcanica e proteiforme, sempre pronta a lasciarsi sedurre dalle tecniche che più sentiva congeniali alle esigenze espressive del momento. Tra queste tecniche un ruolo importante lo hanno senza dubbio giocato quelle che ruotano intorno ai procedimenti dell'arte seriale dell'incisione, come l'acquatinta a punta secca o l'acquaforte. Con il metodo della punta secca Picasso ha realizzato una delle sue più famose serie di incisioni, quella dedicata ad illustrare il trattato di tauromachia del torero Josè Delgado. Questa celebre serie, che in molti sicuramente conosceranno, è oggi al centro della mostra che la città di Ancona ha voluto dedicare all'eclettico maestro spagnolo morto nel 1973.
Curata da Vincenzo Saffo, la mostra "Picasso in bianco e nero" si svolge nell'ormai consueto scenario della Mole Vanvitelliana, già spazio espositivo qualche mese fa di alcune opere di Mirò. Dedicata quasi totalmente al Picasso illustratore, con l'appendice di alcune sue ceramiche, questa mostra presenta cinque serie complete di illustrazioni che il genio spagnolo realizzò tra gli anni 40 e gli anni 70 per cinque diversi libri: l'opera teatrale del drammaturgo belga Fernand Crommelynck, il grottesco Le cocu magnifique ( Il magnifico cornuto); la già ricordata Tauromachia; la novella Carmen di Mérimée; la tragicommedia Celestine del suo compatriota Fernando de Rojas, che presenta la più lunga serie di illustrazioni; e, infine, la settecentesca Storia Naturale di Buffon.
Tra le varie sale che ospitano le opere spiccano per compattezza e resa stilistica quella dedicata agli animali della Storia Naturale, in cui si scopre il particolare realismo espressivo di Picasso, e quella in cui attraverso le pagine della Tauromachia si ripercorrono i vari momenti in cui si struttura una corrida. In queste incisioni che illustrano il più caratteristico e sanguinario spettacolo della cultura spagnola, è sorprendente osservare con quale sobrietà di mezzi Picasso riesca a raggiungere degli effetti eccezionali.
Collocando in corrispondenza degli angoli dei fogli rettangolari, disposti nel senso della larghezza, poche linee curve, l'artista di Malaga segna i limiti dell'arena e i parapetti delle tribune. Cumuli di macchioline poi alludono agli spettatori, mentre al centro della scena macchie più grandi che fluiscono l'una nell'altra fissano il matador e il toro, quest'ultimo il più delle volte colto con una dinamicità paradossale, data la sua grande massa che nell'equilibrio della composizione nella quale si ritrova non può non risaltare in maniera evidente.
Questa serie di incisioni si può considerare tra le opere più rappresentative ed eloquenti di Picasso, perchè qui confluiscono in pochi rapidi ed elementari segni sia le sue esperienze private di appassionato di corride sia alcuni caratteri essenziali del suo modo di operare, che si ritrovano in parte anche nelle altre serie di illustrazioni della mostra, come, per fare solo un esempio, nel caso del soggetto pittore con modella ripreso più volte nelle sale dedicate alla Celestine.
La mostra, che chiuderà i battenti il 28 marzo, è aperta tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 15 alle 19. Per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare ai numeri: 071 2089153 - 0721 370956.
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09/01/2004
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