"L'economia e le difficoltà della prov. di Ascoli Piceno",intervento di Donati.
Ascoli Piceno | Donati:"Occorrono progetti a lungo termine e non estemporanee boccate d'ossigeno"
di Sandro Donati*
Il Consiglio regionale aperto dedicato alle prospettive dell'economia marchigiana e fissato per il prossimo 5 febbraio, dovrà necessariamente prendere in esame anche la situazione in cui versa il sistema produttivo di questa provincia, che ormai da tempo è al centro dell'attenzione per il perdurare di una crisi che sta attanagliando diversi settori.
Nell'ascolano non passa giorno che non si abbia notizia di aziende che chiudono i battenti, di tagli drastici ai livelli occupazionali, di ricorso alla Cig.
E' ormai opinione comune che complice una lunga congiuntura negativa caratterizzata, come hanno fatto presente le organizzazioni sindacali, dal calo contestuale di produttività,investimenti e consumi possano prendere forma fenomeni consistenti di deindustrializzazione diffusa con tutte le immaginabili conseguenze per l'intera economia regionale.
Sappiamo come alcune produzioni abbiano fatto il loro tempo, altre siano state delocalizzate in cerca di migliori sponde, altre ancora sopportino il peso di problemi ormai storici: di fronte a tutto questo le riconversioni stentano a partire, la formazione e l'innovazione tecnologica sono ancora alle prime armi, manca l'effettivo consolidamento di concrete strategie di sviluppo che sappiano ridare spessore e stabilità all'economia locale.
Occorrono progetti a lungo termine e non estemporanee boccate d'ossigeno che rischiano di aggiungere una volta terminato il loro effetto positivo ulteriori problemi a quelli già esistenti.
Da parte sua il fermano è, invece, alle prese con un ulteriore rallentamento del settore calzaturiero, che presenta attività produttiva e commerciale in netto calo.
Secondo i risultati dell'Indagine Trimestrale di Confindustria Marche, nel terzo trimestre 2003 la produzione è diminuita del 5,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Le vendite sono scese del 3,8%, sia sul mercato interno (- 1,6%), sia su quello estero (- 5,6%). La difficile fase congiunturale, come si evince dall'indagine, ha avuto inevitabili riflessi negativi sui livelli occupazionali che sono scesi, tra luglio e settembre 2003, di circa il 3,3%, mentre sono risultati in aumento i ricorsi alla Cig (+ 52,3%).
E secondo le dichiarazioni degli operatori, per i prossimi mesi le tendenze dell'attività commerciale sono orientare verso un'ulteriore contrazione.
Lo scenario economico provinciale sia pure con le sue diversificazioni strutturali in ambiti territoriali specifici non è certo dei più rosei, ma a poco servirebbe fare l'elenco di possibili soluzioni,destinate a rimanere sulla carta senza la indispensabile concertazione fra tutti i soggetti interessati.
Utilizziamo organismi che già esistono o facciamone di nuovi, ma rendiamoli autenticamente operativi, dando loro il compito di sviscerare i problemi, di delineare i possibili interventi, di interagire con la comunità economica e gli ambiti istituzionali perché insieme sia possibile raggiungere obiettivi di livello superiore.
Questo territorio deve recuperare lo spessore del suo tessuto economico sociale, attraverso intese di più ampio respiro, una rinnovata dinamicità ed esigendo che le scelte da compiere e le strade da percorrere, una volta individuate, siano effettivamente compiute e percorse senza tentennamenti o inutili ed improduttivi ritardi.
*Vice Presidente Consiglio regionale
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30/01/2004
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