La relazione Fini al Congresso AN
| I passaggi salienti su maggioranza, politica interna e conflitto d'interessi.
di Alberto Premici
Nella sua lunga relazione il vice-premier Gianfranco Fini, aprendo il Congresso Nazionale presso l'Hotel Ergife di Roma, ha trattato a tutto campo i temi di politica nazionale e quelli relativi ai rapporti all'interno della coalizione di maggioranza. Ne riportiamo alcuni passaggi importanti.
''Non si governa mostrando i muscoli ma usando il cervello. Berlusconi ha perfettamente ragione quando ricorda che gli elettori moderati non gradiscono le risse tra le forze della Casa delle Liberta'. Ma lo invitiamo a riflettere sul fatto che si tratta degli stessi elettori che non gradiscono nemmeno certi atteggiamenti, tanto estremistici a parole quanto sterili nei fatti, di fronte ai quali dissentire diventa a volte doveroso. Nella coalizione il senso di responsabilita' deve essere pratica quotidiana per tutti, non solo per alcuni''.
''Potrei ricordare numerosi episodi di polemica nella maggioranza, alimentati anche da An. Ma quasi sempre, si tratta di episodi conseguenti alle parole in liberta' di qualche ultra' della curva che e' arrivato ad insultare perfino la chiesa cattolica. E' evidente che il pensiero va subito ad alcuni estremismi leghisti che, soprattutto nel centro Sud, determinano guasti non facilmente recuperabili e che non possono essere sempre minimizzati solo perche' Bossi 'parla al suo elettorato'. Sarebbe pero' superficiale e riduttivo pensare che i problemi siano sempre e solo nelle posizioni e nei toni della Lega''.
E proprio a quest'ultima che Fini manda un monito: ''Fino a quaranta anni fa i 'bingo bongo' eravamo noi italiani e non e' un caso che non lo comprenda chi nega valore alla storia nazionale, chi non sente l'Italia come propria patria. Noi non rinunceremo a sostenere convintamente la proposta per il voto amministrativo per gli stranieri in regola nel nostro Paese''.
Il presidente di An affronta anche il tema della memoria nazionale condivisa: ''Fuoriuscire da un dopoguerra durato cinquant'anni e' un processo difficile e la destra politica sta facendo fino in fondo la sua parte senza reticenze. Ringrazio il presidente del Senato, Marcello Pera per averlo detto con chiarezza e coraggio politico: "dopo il crollo del comunismo e dopo il viaggio di Fini in Israele e le sue parole non ha piu' senso definire la Repubblica come antifascista, definiamo per quella che veramente e', democratica'''.
Non manca un parere sul Caso Sofri sul quale Fini, pur riconoscendo a Sofri stesso l'accettazione della sentenza, nonostante continui a proclamarsi innocente, afferma che ''cio' non incide minimamente nel merito della condanna. La grazia nei suoi confronti rischia di far apparire l'eventuale provvedimento del Capo dello Stato come una sorta di riparazione ad un torto giudiziario, come una contestuale restituzione di dignita' ad un innocente ingiustamente perseguito, come una condanna morale verso chi lo ha costretto al carcere''.
Ma la lunga prolusione del vice-premier non elude neanche il problema del conflitto di interessi, auspicando un rapido pronunciamento del Parlamento in merito: ''Le questioni della riforma del sistema radiotelevisivo, del pluralismo nelle informazioni e del conflitto di interessi, sono strettamente collegate tra loro, incendiano da tempo il dibattito politico, in particolare per la faziosa polemica alimentata anche in Europa dalle opposizioni, ed hanno avuto recentemente una impennata. Sono questioni che vanno pertanto affrontate e risolte rapidamente e con grande chiarezza''.
|
11/01/2004
Altri articoli di...
Le strade musicali dell'Ebraismo nel compendio cinematografico di David Krakauer

Una serata di emozioni e scoperte

Betto Liberati