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Una serata con la letteratura al Mercato Ittico.

| Un'occasione per riflettere sulla pesca e sul porto.

di Gino Troli

Una serata indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di viverla . Incontrare i romanzi del mare in un luogo pieno di rimandi alla fatica dei lavoratori del mare, quella vera, quella che per secoli i pescatori sambenedettesi hanno fatto per tutti i mari del mondo conquistando rispetto e affermando una sorta di epopea.  Dalla vela latina delle nostre paranze alle navi da pesca oceaniche che solcavano mari  lontani che i nostri comandanti conoscevano come le loro tasche.

Al Mercato Ittico, su cui sono state issate le vele, tanto che riusciva benissimo ad evocare una grande baleniera che si cimentava con Moby Dick, la grande capacità interpretativa di Piergiorgio Cinì , straordinario attore senza un ordinario teatro, ci ha fatto rivivere la grandezza insuperabile del grande libro di Melville.

Ciò è stato possibile grazie all'impegno organizzativo di tre realtà culturali che operano tra San Benedetto e Grottammare, la Scuola di Scrittura "Moby Dick ,la pagina bianca", il Laboratorio teatrale Re Nudo, la Fondazione "Libero Bizzarri" e la fatica, perché di fatica reale si è trattato ,di tante persone che in una giornata hanno trasformato l'asta del Mercato Ittico in Nave-Teatro o in Teatro-Nave ,che dir si voglia.

Un grande impegno che era un omaggio al lavoro dei nostri padri, c'era una grande emozione infatti nei volti di chi costruiva questo evento serale, perché tutti sapevano che venerdì scorso ci si stava riannodando con la nostra storia , era come se attraverso le pagine di Melville lette da Cinì si ritornasse nel grande ventre dei nostri ricordi, in quel grande mare in cui grande e piccola pesca sono indistinte perché il mare è una grande madre che tutti abbraccia.

"Ogni volta che mi scopro con la bocca serrata per il malessere, ogni volta che un umido e grigio novembre si insinua nella mia anima (…..) allora decido che è venuto il momento di mettermi in mare" : quanti dei nostri marinai potrebbero fare proprie queste parole di Ishmael che introducono il capolavoro di Melville! Da qui è iniziato il lungo viaggio nel libro che ci ha portato alla caccia di Moby Dick condotti magistralmente dalla recitazione di Piergiorgio Cinì, dalle musiche di Pierpaolo Marini e dalle immagini tratte dal film di Jonh Huston ( un omaggio anche ad Achab-Gregory Peck ,recentemente scomparso) selezionate da Fabrizio Pesiri. Lucilio Santoni, traduttore del romanzo per la casa editrice Guaraldi, poeta e critico, ha rivelato invece al pubblico il senso di alcuni passaggi e l'intreccio dei personaggi. Tutto questo nella suggestione di un luogo unico e inimitabile.

Un'occasione in più per chiedere alla città e a tutti noi perché il porto di San Benedetto è così poco vissuto, tanto da sembrare spesso un corpo separato, una sorta di "altra città" che pochi conoscono e che pochissimi vivono.

Anche il turismo, anzi persino il turismo sembra fare a meno del porto, come se San Benedetto fosse conosciuta per altre cose: basterebbe girare l'Italia per rendersi conto invece che San Benedetto è ancora nota come città della pesca, non è né Rimini né Positano, è San Benedetto del Tronto ovvero il luogo deputato in Italia della pesca e dei pescatori.
Cosa facciamo per valorizzare questa immagine? La risposta è una sola: nulla.

 Ma, badate bene, non è questione di amministratori, anzi nel caso della serata in questione li dobbiamo ringraziare per la disponibilità ed il sostegno avuto, è invece una cosa più preoccupante.
Una sorta di dimenticanza generale del settore, come se la pesca dovesse risolvere i suoi problemi da sé. Cosa più sbagliata non c'è, risponderei parafrasando un noto cantante.

La pesca siamo noi, ora il cantante parafrasato è un altro, le ragioni stesse di essere di questa nostra città sono nella pesca e dimenticarlo è come lasciar morire di abbandono un vecchio che ha bisogno di noi.
Viviamo il porto, diamogli un ruolo, animiamolo, sosteniamo la pesca in tutti i modi possibili, favoriamo la ricerca per ridare vitalità all'Adriatico, in definitiva, comprendiamo finalmente che la morte della pesca sarebbe la nostra morte.

Sentire l'altro giorno a Gambero Rosso SAT il titolare del più importante ristorante di Milano rispondere alla domanda "Ma lei come assicura il cliente che il suo pesce è fresco?", "Il mio pesce viene tutti i giorni da San Benedetto del Tronto e questo è una certezza per me e per loro", è cosa che oltre che fare bene ai nostri cuori, fa bene al turismo  più di ogni altra campagna inutile e missitaliota.

Infine a proposito di vecchio  non dimenticate che c'è un'altra occasione per incontrare la grande letteratura del mare al Mercato Ittico, venerdì 4 luglio alle 21,30 ci sarà la lettura pubblica di un altro capolavoro assoluto della letteratura, "Il vecchio e il mare" di Ernest Hemingway, una storia di pesca che è diventata memoria collettiva. E' un'occasione per riflettere su di noi, per riprendere il discorso con il mare vero, non quello in cartolina. E quel mare vero ci appartiene.

01/07/2003





        
  



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