Regione Marche: oltre la demagogia, solo tasse
| I nuovi modelli di dichiarazione Irap offrono dati non certo confortanti: il nostro governo regionale tassa come nessun altro in Italia.
di Clemente Ciampolillo
Tutto può contestarsi ai nostri politici, tranne che non abbiano un'innata capacità di offrire fumo negando anche l'evidenza.
Ho ancora negli occhi la "frase ad effetto", letta proprio tra le righe di questo editoriale qualche giorno fa, con la quale il segretario dei Ds del Comune di San Benedetto commentava la vittoria
"di grande significato politico" delle ultime amministrative, scrivendo: "Nelle Marche il centrosinistra si è confermato forza di Governo affidabile ed efficace, capace di offrire ai cittadini un progetto di sviluppo credibile".
Le frasi "ad effetto" piacciono molto alla gente: sono quelle che vengono apprese con maggiore facilità e che restano impresse nella memoria anche all'interno di contesti caratterizzati da lunghi discorsi del tutto demagogici.
Sennonché, anche quest'anno i dati offerti dal Ministero delle Finanze (e non certo dal TG4 di Emilio Fede) sotto forma di istruzioni al modello di dichiarazione dell'Irap mostrano con sconcertante freddezza una realtà non solo profondamente diversa da quella decantata, a parole, dai nostri (mal)governanti regionali, ma del tutto opposta ad essa.
In altri termini, quel "progetto di sviluppo credibile" che il rappresentante dei Ds sventolava sui giornali sulle ali dell'entusiasmo elettorale si scontra, inevitabilmente, con il regime impositivo che la Regione Marche sceglie di applicare ai suoi cittadini. Salvo voler negare, anche in questo, che politica fiscale e politica economica siano due aspetti di un unico fenomeno.
Come si suol dire: i dati cantano. E' cosa notoria che le tre leve fiscali che l'Ente regionale è legittimato ad utilizzare per rimpinguare le proprie finanze sono già sfruttate al massimo, a danno delle nostre malcapitate tasche: le tasse automobilistiche (già innalzate l'anno scorso di circa l'8%), l'addizionale regionale (al livello massimo da anni) e, per l'appunto, l'Irap.
Ebbene, sin dall'anno scorso la nostra Regione è l'unica, in Italia, a poter vantare l'invidiato primato dell'istituzione di una maggiorazione "a regime" di detta imposta di oltre il 20% dell'aliquota base prevista dalla legge nazionale. Anche per quest'anno, dunque, la misura ordinaria del tributo locale resta pari a 5,15%, mentre tutte le altre regioni italiane, nessuna esclusa, hanno lasciato detta aliquota al 4,25%.
La differenza può sembrare sottile, ma così non è: l'Irap, infatti, è imposta subdola, in quanto colpisce non soltanto
"i profitti" conseguiti dalle imprese, ma anche gli interessi passivi eventualmente maturati sui loro debiti e, soprattutto, il costo del lavoro del quale queste si avvalgono per esercitare la propria attività.
Poiché le spese del personale sono indeducibili ai fini del calcolo di questa imposta, più un'impresa marchigiana assume, tanto più viene tassata ai fini Irap. E in misura maggiore di oltre il 20% rispetto ad una stessa impresa situata in Abruzzo, ad esempio.
Riduzioni? Pochissime. Esenzioni? Nessuna.
La soluzione trovata dalla Giunta Regionale per giustificare la situazione? Facile: scaricare le colpe sul governo nazionale. Non vi è atto del collegio che non reciti la seguente frase: "
di fronte alle emergenze create dal Governo nazionale che minaccia di tagliare le risorse
".
A questo punto, ad un tecnico come il sottoscritto sorgono però una serie di domande che non trovano risposta alcuna: perché altre regioni non tassano in questo modo i propri cittadini? Come fa, ad esempio, la regione Lombardia ad esentare - al 100% - le nuove imprese costitute da giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni e da donne fino ai 45 anni di età? Perché queste imprese neocostituite lombarde non devono pagare tasse per i primi tre anni di attività, e quelle marchigiane sì? E come fanno altre regioni (Abruzzo, Lazio, Veneto
) a concedere comunque aliquote agevolate alle imprese di giovani e di donne, e la regione Marche no?
E, oltre alle tante parole offerte alle gente, in cosa dovrebbe vedersi questo "buon governo del centrosinistra" che - a chiacchiere - sta facendo sviluppare la nostra regione dal punto di vista economico, se tutti gli indicatori economici ci vedono di anno in anno indietreggiare rispetto al resto dell'Italia?
E vogliamo parlare di sanità?
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25/06/2003
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