Immersi in un mare di verde - L'uomo che lo volle a S. Benedetto del Tronto
| ...ed è "Riviera delle Palme"
di Giuseppe Giardina
Quando ci si immerge nel verde diffuso e lineare del Lungomare sambenedettese, e più o meno dannunzianamente ci sentiamo invadere dalla grata soddisfazione, quasi fosse tutto nostro ed anche merito nostro che esista, donvremmo chiederci: a chi venne in mente ? E meno male che qualcuno, anni addietro, lo progettò e soprattutto concorse a realizzarlo, con la tenacia e la pazienza che tali imprese esigono.
Vincendo la naturale ritrosia che ci assale allorché si voglia ricordare qualcuno o qualcosa del passato (prossimo), di cui si può personalmente testimoniare, e convinti come siamo che anche il memorialismo minimale concorre a fare la storia, con la minuscola, come nella specie, decidiamo di ricordare un nostro concittadino, che forse appariva, specialmente negli ultimi anni, schivo, al limite dell'insofferenza degli altri.
Ma mi dicevano che da giovane, e con lui la moglie, conducevano una vita anche intensamente mondana, ospitando feste memorabili in una loro tenuta nel Teramano...
Ma, poi, giunge la vecchiaia, e forse si tenta di fare un consuntivo o, peggio, si incupisce.
Del resto, di motivi per essere contento ed appagato ne aveva e ci teneva, anzi, a passare in rassegna le sue opere, ma con signorile riserbo, e con chi riteneva potesse apprezzare le cose che aveva ideate, partecipando a realizzarle, che ancora oggi si possono ammirare, perché concorrono a forrnare l'immagine ' originale e gradevole ' della nostra Città.
Scrivo questa nota estemporanea, senza pretese e necessaria documentazione, ma solo attingendo alla mia mernoria, altri correggeranno, sicuramente.
L'ing. Luigi Onorati - quando ci gratificava della sua amicizia e confidenza - si infervorava (nato a Montefortino, d'agiata famiglia, in giovinezza vissuto in Emilia - Romagna, era stato assunto giovanissimo, nel 1931, a dirigere l'ufficio tecnico comunale, restandovi fino al termine della sua carriera), ricordando le battaglie da lui e pochi altri sostenute (come non ricordare il bravissimo geom. Ciro Rossi!), sembrerebbe da isolati, per dotare il litorale, da poco recuperato al mare, di pinete e soprattutto di palrne, palme, palme; non fosse altro perché doveva convincere amministratori del tempo troppo preoccupati di sperperare risorse di un bilancio comunale insufficiente e inadeguato, ma anche scettici sulle concrete possibilita che le palme potessero attecchire e durare, cosi prossime al mare...
E del resto anche la contigua Grottammare farà la stessa scelta con risultati universalmente apprezzati, seppure con qualche apprensione per i ricorrenti allarmi per la loro salute e le necessarie e costanti cure.
L'ingegner Onorati soleva dire che gli alberi sono belli, tutti, compresi i cipressi, presenti in abbondanza nel paesaggio collinare tosco emiliano, a lui piu familiare, e si meravigliava che da noi non se ne condividesse l'usanza di piantarli nei poderi.
Aveva progettato la PALAZZINA AZZURRA (oggi felicemente recuperata all'originaria bellezza e fruibilità) e l'edificio dell'ex GIL, e progettato e diretto la costruzione del lungo rettifilo del LUNGOMARE a doppia corsia, opera favolosa, realizzata con le provvidenze della Cassa per il Mezzogiorno, e da ultimi, uno dei più begli alberghi per villeggianti, e soprattutto il decoroso CIMITERO che sfrutta in verticale, per penuria di spazio, il declivio collinare, sicché si offre alla vista dei visitatori un originale prospetto scenografico, scaloni e quinte teatrali impreziosite dai quadri biblici realizzati dalla scuola del mosaico di Montepulciano.
E progettò anche il modernissimo cineteatro cittadino, le cui dimensioni, grandiose per quegli anni, si riveleranno nel tempo adeguate alla importanza che San Benedetto andava acquistando.
Onorati ha, secondo me, il grandissimo merito di aver voluto il verde di questa ridente Città adriatica, l'inizio di una progressiva ed ininterrotta, anzi crescente piantumazione, in modo ed in misura tali, da imporla all'universale ammirazione, come unica, crediamo, almeno in Europa: e ben meritando, quindi, il logo di Riviera delle Palme che accomuna in bellezza San Benedetto e Grottammare; al punto, quasi, da giustificare la ricorrente proposta dei cittadini che vorrebbero sostituita, nel nome della città, la specificazione: "delle Palme" anziché "del Tronto", o addirittura stravolgere il cognome di un sindaco, già in carica, per consacrarlo definitivamente al culto delle palme.
Ma dell'ing. Luigi Onorati, ormai scomparso da più di un decennio (nel 1989), sembrerebbe che nessuno più si ricordi, almeno nelle manifestazioni esterne ed esteriori. Sembra che il tempo, il trascorrere degli anni possa tutto cancellare: e così, le ore scandite dalla infinita varietà di orologi - esemplari rari, vere e proprie opere d'arte e d'ingegno, antichi, dalle origini medioevali ai nostri anni - collezionati con cura, affetto ed intelligenza, fine e dotta, dal Nostro che li custodiva, in bella mostra, nelle vetrine che arredavano gli eleganti saloni della sua abitazione, al primo piano di una palazzina tra le ultime superstiti del tardo Art Nouveau sambenedettese.
Poiché, a confronto dell'importanza e del valore della collezione, pochi ebbero il raro privilegio di ammirarla, in tanti anni, e questo perché rigorosamente privata ed ostensibile soltanto ad appassionati ed intenditori, sorge spontanea un'idea, un'iniziativa da intraprendere.
Perché il Comune, o altra istituzione o privati, non ne rintracciano gli attuali possessori (gli Onorati non ebbero figli) e non chiedono loro di acquistarla per dotare la Città- ove questa collezione si venne formando- di una così pregevole raccolta, unica nel suo genere, da offrire all'interesse dei moltissimi turisti e villeggianti?
Siamo in tanti che possono testimoniare le indiscutibili qualità dell'Uomo, che fu ingegnere capo del Comune nei decenni a cavallo dell'ultima guerra, e concorse alla ricostruzione della città, rendendola piu bella ed accogliente, e ricordiamo la sua gioia di viverci, impressa nei momenti spensierati nella vivezza dello sguardo dietro le rotonde lenti e nel sorriso inseparabile, convenzionale per quanto si voglia, ma sincero e aperto; e del resto i segni della sua presenza sono impressi indelebilmente nelle realizzazioni dovute alla sua innegabile passione di professionista preparato e colto.
Vogliamo, intanto, dedicargli un dignitoso spazio pubblico?
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23/05/2003
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