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La lettura difficile

| Una stima riduttiva calcola che ogni anno compaiono nelle librerie circa 40.000 nuovi titoli. Espedienti per convincere il lettore. In Italia il più basso numero di lettori.

di Emme

Una stima riduttiva calcola che ogni anno compaiono nelle librerie circa 40.000 nuovi titoli. Si dice anche che l'Italia vanti (si fa per dire)  il più basso numero di lettori (un libro ogni due abitanti venduto ogni anno).

L'elevato numero di titoli rende di fatto impossibile per gli Editori, una  proposta selettiva diretta ed attendibile. Ecco, allora, la comparsa di espedienti di varia natura, dal ‘ passaggio' in televisione alla assegnazione di un premio letterario che, debitamente riportati nelle fascette di copertina, dovrebbero convincere l'incerto acquirente all'acquisto di quel volume.

Talvolta, operazioni bassamente commerciali come quelle citate, hanno più fortuna di altre e, sorprendentemente, libretti banalmente intimistici (perché sforzarsi e documentarsi per inventare una storia, quando si possono utilizzare il proprio ‘ intimo contrastò ed il ‘ travaglio interno'?…), vendono, in 120 paginette che fingono di mettere in piazza la propria privacy, milioni di copie e, se non ci sono troppe parolacce, come s'usa, finiscono adottati come libri di testo. Mi sono sempre chiesto quante copie venderebbe un'antologia delle imprecazioni dei Lettori che, sia pure per poca moneta, hanno ceduto alla lusinga del mercato e comprato uno di quei libretti. Poveri Lettori! – Ma, anche, poveri Editori, che debbono far i conti con gli spettacoli televisivi , vampiri che succhiano le ore un tempo dedicate alla lettura e adescano flautando “Con me il  cervello riposa; vieni con me…”

Fa da contrappeso a tale situazione, la caduta verticale dello stimolo delle recensioni e della critica letteraria. Sono attività speculative, queste, che hanno progressivamente perso autorità. Perché è stato recensito quel libro e quell altro no? – Perché tutti i libri recensiti sono dei capolavori? – Perché , invece di perdere tempo in audaci disquisizioni critiche, non si riassume trama e vicenda, così, almeno, il povero Lettore, sa che cosa va a comprare?. – E come fidarsi? – E' accaduto, recentissimamente, che un grande quotidiano ha recensito un libretto goliardico prendendolo sul serio. Può succedere.

Ma che dire di quegli altri grandi quotidiani che hanno recensito lo stesso libretto, senza conoscerlo, perché non esiste in commercio?. – Quando poi il recensore fa il suo lavoro, tiene l'occhio fisso sui colleghi e cade nel linguaggio che umilia il Lettore che non ha frequentato la Facoltà di Lettere. Questo recensore  o il suo ‘sostituto' (avete notato che ogni Recensore ha un sostituto?), nemmeno sotto l'usbergo del più impenetrabile pseudonimo, ammetterà mai che un romanzo di fantasy o di pura evasione valga la pena di essere letto.

Provate, ora, ad orientarvi nella selva delle offerte, ricorrendo alle sintesi dei Recensori : “ …fluviale romanzo nel quale mescola autobiografia politica e sperimentalismo letterario, conflitti di genere e…”” – “” …una trama che riprende convinzioni e situazioni del romanzo d'appendice…” - …narratore  di forti umori comici e di ghiotti innesti dialettali…si concede con la sua lingua meticcia e golosa,….”” – “” …suspence, intrigo, azione… humor nero… prosa colta, raffinata, divertente…”” – “” …si districa fra mille subculture… interpreta con immediatezza il sentimento di appartenenza  e di smarrimento…” -  “” …una scrittura mimetica…”” – Queste definizioni, e tutte le altre simili, sono chiaramente intercambiabili, nella loro misteriosa genericità. Qualche volta viene il sospetto che i Recensori abbiano una raccolta di frasi fatte, nella quale pescare a caso, così come i  Poeti hanno il Rimario.

Come si fa, allora, a scegliere un libro? – La Scuola ha fatto tutto quanto in suo  potere per disgustarci dalla lettura, (credo che pochi libri, almeno fino ad età matura, siano tanto odiati come I Promessi Sposi) presentandoci alcuni libri come capolavori- che-più- capolavori-non-si-può, perfino nelle virgole ( eppure: quandoquidem dormitat bonus Omerus, si diceva una volta), ma non ci ha insegnato come si fa a fare un capolavoro.

Di  quelli  stranieri d.o.c., non ci si può fidare anche per altri motivi: ho giusto sotto mano la recente  traduzione di un Flaubert e leggo, incredulo “ il manico del pugnale era di legno (sic!) di narvalo”. Figuriamoci il resto, in un Autore nel quale l'aggettivazione rappresenta il 50% del pregio stilistico!.  Dei Critici, dunque, non ci si può fidare; di annunci prezzolati ancor meno; del riassuntino sul risvolto di copertina, peggio che andar di notte. Restano il parere del libraio coscienzioso, il consiglio dell'amico che ha letto quel libro (ma, attenzione! Se ve lo presta, diffidate!), il vostro intuito e…- poiché siamo moderni! - ricorrere alla Rete. Lo strumento elettronico per certi aspetti, più per ignoranza che per altro,  è diventata un'arma contro la Lettura.

E' nota la vicenda di quei tizi che, acquistato qualche computer, senza  un congruo e ragionato corredo degli indispensabili (e costosissimi) CD, sono tuttora convinti di aver creato una 'biblioteca multimediale'. Cose che capitano. Ma la Rete è altra faccenda ed è oggi, sapendo come farne uso,  una valida alleata della Lettura.

Navigando in Internet ci si può imbattere in gruppi di appassionati Lettori (newsgrup) che dibattono accanitamente intorno ad un libro di recente pubblicazione. E' una specie di giostra letteraria senza colpi proibiti, nella quale confluiscono velleità letterarie, invidie, ammirazione, competenza, buon gusto, pervicacia e pignoleria da drogati dalla lettura.

Si può entrare in quei gruppi (ma non è detto, se si è falsi Lettori, che sia facile restarci) e incontrare la zitella che scrive nascostamente poesie, il geometra che nutre una insana passione per il bello stile, l'intellettuale ergomane che divora un libro dopo l'altro durante il pendolarismo lavorativo, l'aspirante scrittore che , poveretto, ancora crede che per scrivere bisogna aver letto molto, ma anche  la casalinga soddisfatta e pacifica, il professionista disgustato dal proprio lavoro che si rifugia nel limbo letterario.

In tanta compagnia, seguendo feroci dibattiti che non degenerano in rissa sol perché manca il contatto fisico fra i contendenti, si può capire a quali e quante ‘chiavi di lettura' si apra un buon libro e giudicare, appunto, se  vale la pena o no di comprare quel certo volumetto.
Certo, l'esperienza in questione è fortemente coinvolgente e si rischia di trovarsi a partecipare e comunicare per E-mail, pareri che saranno impietosamente sezionati e guai a commettere un errore, cadere in una topica! – Però, si impara molto, si impara a leggere, si impara a godere di un libro, si imparano i rudimenti della critica (che è niente altro che la risposta a due modamne : Perché questo libro mi piace? – Come mi ha cambiato la lettura di questo libro? ) e ad assaporarne, senza fretta, l'essenza (quando c'è).

E' sorprendente che gli Editori non si siano ancora accorti di questo diffuso e formidabile strumento critico e non l'abbiano ancora manipolato come sanno fare solo loro. Per ora si limitano ad offrire nei siti Internet, i loro cataloghi o i loro libri in offerta speciale (pagamento in assegno o credit-card), senza una riga di recensione e commento, perdendo tempo a far tavole rotonde sulla  preoccupante concorrenza del ‘libro elettronico', come se fosse la stessa cosa e fosse cosa facile, ‘scaricare' da Internet 500 pagine per leggerle con calma.

Per chi non  ha tempo, voglia ed un abbonamento ADSL, non  resta  che sollecitare il parere del libraio (purtroppo non tutti i librai sono all'altezza), oppure dialogare, senza fidarsi di accattivanti copertine plastificate, con i libri esposti, toccarli, soppesarli, aprirli e leggere, a caso, qualche riga qua e qualche riga là. Sarà il nostro intuito di Lettori a scegliere per noi.

21/05/2003





        
  



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