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La Guerra al femminile

| TRa i caratteri innovativi del conflitto moderno prevale quello della presenza delle donne anche nei momenti di maggior pericolo.

di Corrado Ruiz

Il conflitto iracheno sta per concludersi e da diverse parti si tenta un'analisi dei caratteri inn0vativi che esso ha fatto registrare. Indubbiamente la guerra recente ha visto l'impiego di mezzi bellici sempre più sofisticati e strategie innovative; ma a me sembra opportuno evidenziare come si sia registrata una partecipazionne qualificata delle donne.

Finora eravamo abituati a vedere donne in divisa, piacevolmente presenti nelle sfilate militari, negli interventi delle forze dell'ordine, qualche volta anche impegnate in esercitazioni nel famoso "percorso di guerra" e ciò aveva indotto i più a considerare accettabile che la parità fra i due sessi avesse avuto questi sbocchi.
Ma ora abbiamo visto le donne soldato umpiegate nelle più rischiose missioni: le abbiamo viste prigioniere, con lo sguardo smarrito che si rivolgeva a destra e a sinistra denunciando la paura per la incerta sorte futura. Le abbiamo anche viste ferite, trasportate in barella, anche se la barriera umana dei compagni non ne lasciava intravedere pienamente la crudezza.

Abbiamo cercato di indovinare gli stati d'animo che, peraltro, sono comuni ai due sessi.
A quel punto si è sentito il peso della raggiunta parità che per alcuni di noi era impensabile; nella considerazione che si poteva accettare a condizione che comunque una certa diversificazione dei ruoli in rapporto al sesso dovesse essere mantenuta anche negli eventi bellici.

Avevamo anche accettato, con dolore, il sacrificio della vita di alcune giornaliste, inviate speciali, nei precedenti conflitti, stante la maggior frequenza di donne nel servizio giornalistico.
Le considerazioni proposte da coloro che si sono detti contrari al raggiungimento di questi livelli di parità hanno avuto buon gioco. Infatti bisogna comunque ammettere che la donna è per natura diversa dall'uomo. La sua struttura fisica, il complesso degli aspetti fisiologici e funzionali del suo essere la configurano come destinata a primeggiare per sensibilità, intuito, creatività più che per forza fisica, spregiudicatezza ed altri caratteri comunemente intesi come maschili.

Ma a questo punto, fatte queste considerazioni, non si può assumere un atteggiamento di critica che potrebbe apparire preconcetta. Certe scelte sono personali e si deve ammettere che in alcuni casi le scelte sono sostenute da "vocazioni" rispettabili.
Certamente le scelte verso l'assunzione di ruoli prettamente maschili da parte delle donne comportano dei compromessi, legati anche all'accettazione di sacrifici e a rinunce non indifferenti; mi riferisco a quelle proibizioni, soddisfatte con serie punizioni disciplinari, dei rapporti intimi tra commilitoni di sesso diverso sulle portaerei statunitensi,per evitare conseguenze naturali, ma che comportavano l'interruzione del servizio militare da parte delle soldatesse.

In conclusione, per non apparire, anche insensibili all'autonomia delle scelte di vita, cui ogni persona ha diritto, mi sembra doveroso esprimere un elogio a chi, in piena coscienza, decide di indirizzare la propria vita verso una destinazione comunque encomiabile e a volte valorosa.

19/04/2003





        
  



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