La difesa dei Moldavi: Ricorreremo in Cassazione
| ASCOLI PICENO - Sulla sentenza per l'omicidio dell'avvocato Colacioppo ci sono già polemiche.
Dopo circa 4 ore e mezzo di camera di consiglio, la sentenza della Corte d' Assise d' Appello di Ancona ha condannato a 30 anni di carcere Angela Biriukova, Valeri Luchin e Iurie Cegolea per l' omicidio premeditato dell' avvocato ascolano Antonio Colacioppo (marito dell' imputata), ribaltando il verdetto d' assoluzione emesso in primo grado.
Angela Biriukova, assentatasi per un attimo, è rientrata nell' aula proprio nel momento in cui il presidente Francesco Plotino stava leggendo il dispositivo della sentenza. «Che vuol dire - ha chiesto a bassa voce al suo legale - ci hanno dato 30 anni?».
La donna non ha voluto fare commenti, mentre i difensori Francesco Voltattorni, Vittorio D' Angelo e Vando Scheggia hanno annunciato che «dopo aver letto le motivazioni» presenteranno sicuramente un ricorso in Cassazione.
Per il sostituto procuratore generale Fernando Adamo «è stata fatta giustizia»; attoniti e sconcertati i legali della difesa. A margine del processo hanno detto che molti elementi
potranno sostanziare il ricorso alla Suprema Corte.
L' avv. Colacioppo fu ucciso con 16 coltellate nel suo studio di Ascoli Piceno la sera dell' 1 febbraio '99, e il suo corpo fu ritrovato dalla segretaria la mattina seguente. Sul tetto di un
edificio di fronte allo studio furono rinvenuti due mozziconi di sigarette, dentro fossette non ricoperte dalla neve caduta copiosamente nei giorni precedenti. Sigarette, come provato dai
test del Dna, fumate dai due moldavi, accusati di essere gli autori materiali del delitto, commissionato dalla Biriukova.
Dopo aver atteso che Colacioppo uscisse dall' ufficio e averlo colpito con un coltello dal manico di sughero, in circa 35 minuti i due avrebbero raggiunto la casa della vittima per
pulirsi abiti e scarpe e quindi preso un autobus per San Benedetto del Tronto, dove alloggiavano in una pensione.
I moldavi furono arrestati la sera seguente dalla polizia al confine tra l' Italia e l' ex-Jugoslavia, su indicazione della Biriukova, mentre tentavano di raggiungere Bucarest in treno.
Quanto al movente, per i pm Fernando Adamo ed Ettore Picardi, la donna, a causa dei contrasti con Colacioppo, temeva di essere emarginata e perdere l' eredità, un patrimonio valutato in oltre 4 miliardi di lire che, secondo l' accusa, avrebbe giovato al legame sentimentale tra Biriukova e Luchin.
Per la difesa, principale elemento a discarico sarebbe il fatto che nella notte tra l' 1 e il 2 febbraio sarebbero caduti su Ascoli Piceno circa 11 cm di neve. I mozziconi dunque non
potevano essere stati gettati lì prima dell' omicidio, altrimenti sarebbero stati ricoperti dalla neve.
La difesa afferma poi che i moldavi non avrebbero potuto compiere il tragitto dallo studio alla casa del legale in 35 minuti, ma almeno in 40-45, ed esclude il movente economico. Le proprietà immobiliari di Colacioppo, ha detto Voltattorni, erano gravate da mutui cui la moglie non poteva far fronte, e dunque era nell' interesse della donna che il marito vivesse per dare assicurare una vita agiata alle figlie minorenni. Il vero movente economico, hanno ribadito i difensori, lo avrebbero avuto altri: i potenziali eredi o i molti nemici personali (un motivo prefigurato quello di presunte attività usuraie) della vittima.
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07/03/2003
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Betto Liberati