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L’Europa vede Milano: presentazione dei risultati della ricerca

| MILANO - Presso la Camera di Commercio sono stati presentati i risultati della ricerca dello IULM sull’immagine di Milano nella stampa estera.

di Francesca Romana Rinaldi


Il 6 novembre 2006 presso la Camera di Commercio di Milano, il Prof. Guido di Fraia della Libera Università IULM ha presentato i risultati della ricerca “L’Europa vede Milano- l’immagine della città attraverso la stampa estera” alla presenza di Carlo Sangalli, Presidente della Camera di Commercio di Milano, e di molti altri illustri ospiti come il presidente del Touring Club Italiano, Roberto Ruozi.

L’obiettivo della ricerca era quello di ricostruire l’immagine di Milano proposta e veicolata dalla stampa e dal materiale turistico estero attraverso l’analisi di tre dimensioni: informativa, iconica e narrativa.
Dalla presentazione dei risultati è apparso evidente che nelle guide turistiche estere lo spazio dedicato a Milano rispetto alle altre città italiane non è piuttosto basso, essendo inferiore in ogni caso a quello dedicato a Roma, Venezia e Firenze. Ancora più significativo il fatto che nelle guide e nella stampa generalista, di Milano si parli facendo riferimento solo alle attrazioni turistiche stereotipate come il Duomo, il Castello Sforzesco, il Cenacolo, la Scala, Galleria Vittorio Emanuele II: sono assenti, invece, mete altrettanto caratteristiche e “da visitare” come Palazzo Clerici, La Triennale, le Colonne di San Lorenzo, Piazza Mercanti, per citarne sono alcune.

Dal punto di vista concettuale Milano viene vista come somma di quattro fattori: economia, moda, storia dell’arte e divertimenti. La città appare da un lato come veloce, moderna ed efficiente ma anche grigia, caotica e troppo indaffarata. E’ la città del quadrilatero della moda ma anche dei prezzi alti e dell’ostentazione. Città ricca di arte ma spesso erroneamente descritta come vuota di percorsi particolari. Milano come città dei divertimenti intesi soprattutto come vita notturna, che però spesso viene descritta in modo stereotipato.

Altro dato interessante della ricerca è quello relativo alla Milano “assente”, non rappresentata cioè dalla stampa estera: la Milano del design, che spesso viene erroneamente associato alla moda, la Milano della televisione e dell’editoria, della tecnologia e dell’innovazione, del calcio, delle fiere, del turismo business.

L’immagine turistica di Milano che risulta dalla ricerca appare nel complesso piuttosto confusa: fatta di tante componenti. Questo non vuol dire che la diverse dimensioni che la compongono non possano convivere ma che forse è auspicabile una scelta strategica delle aree nelle quali la città dovrebbe investire, andando prima di tutto a colmare i “buchi neri” (che risultano del tutto assenti nelle guide turistiche estere): le Università intese come polo di attrazione, la scienza, i media, lo sport e il design.

Per quanto riguarda la moda si verifica un caso strano. Milano è considerata la capitale italiana della moda e lotta con Parigi per affermarsi come capitale europea. Moda non vuol dire però solo shopping e consumo ma anche creatività, arte e quindi cultura. Ci si chiede perché, allora, Milano non faccia parlare di sé da questo punto di vista: la risposta più plausibile è che manchi una vera offerta di prodotti culturali legati a questo settore come un museo della moda ed eventi culturali non sporadici che rientrino in una logica di investimento strutturale e che legittimino finalmente la definizione di Milano come Capitale della Moda.

07/11/2006





        
  



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