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Quo usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?

| La riforma Moratti esclude dai programmi scolastici la teoria sull'evoluzionismo.

di Antonella Roncarolo

"Fino a quando abuserai tu, o Catilina, della nostra pazienza?".

Era l'anno 63 a.C. e Cicerone inveiva nel Senato Romano contro Lucio Sergio Catilina, accusato di aver organizzato una congiura per impadronirsi del governo di Roma.

Duemila e passa anni dopo, faccio mia l'invettiva di Cicerone per volgerla immediatamente al ministro Letizia Moratti, da me in questa sede accusata di aver organizzato una congiura contro le nuove generazioni per impadronirsi del loro futuro culturale, scientifico e professionale e contro maestri e professori per eliminare definitivamente la libertà d'insegnamento.

Ma veniamo agli ultimi gravi episodi.

Il Miur, inquietante sigla che sta a significare ministero dell'istruzione e della ricerca universitaria, incarica tale Giuseppe Bertagna, direttore del dipartimento di scienze della formazione e della comunicazione dell'università di Bergamo, di tracciare le linee guida dei programmi ministeriali della nuova scuola inferiore, che coinvolgerà studenti dai 5 ai 13 anni di età.

Il signor Bertagna, docente di filosofia dell'informazione (?) non è certo uno scienziato, ma ha avuto una fantastica-fantascientifica idea: togliere dai programmi delle scuole elementari e medie la teoria dell'evoluzionismo nata, come tutti sappiamo, con Darwin nell'800,  eliminando così non solo una delle colonne portanti della scienza moderna, ma lo stesso pensiero scientifico galileiano motore indiscusso della ricerca e della cultura scientifica.

Il nostro riformista (o controriformista) non  vuole, in pratica, che le nuove generazioni di bambini italiani conoscano le due conquiste fondamentali degli ultimi secoli: la scienza ed il metodo scientifico.

Tutto ciò riporterà la nostra società indietro di molti secoli, più  vicina sicuramente ai tempi e ai temi della Controriforma che agli anni futuri, dove la tecnologia, la ricerca e l'etica della scienza saranno i nodi da sciogliere per le generazioni che oggi frequentano le scuole elementari e medie.

Mi chiedo: nel periodo della Controriforma la chiesa cattolica aveva paura del protestantesimo, ma oggi, perché il nostro ministro ha paura della scienza?

Ma bando ai pensieri razionali, pericolosissimi di questi tempi, e andiamo avanti nel racconto dei fatti.

Non pago della sua delirante idea,  il signor Bertagna ha anche rilasciato un'intervista ad un quotidiano romano in cui spiega le ragioni della sua decisione irrevocabile che, forse a mio avviso, sarebbe dovuta essere messa in discussione almeno tra gli addetti ai lavori.

Dichiara il signor Bertagna all'incauto giornalista:  "In questo modo distinguiamo tra evoluzionismo e teoria: tutti gli "ismi" sono degradazioni  delle teorie, così come l'evoluzionismo è una degradazione della teoria dell'evoluzione".

Mi vengono subito in mente parole come"comunismo", "capitalismo", forse alterazioni delle originarie teorie, ma dove mettiamo "altruismo", "egoismo" o "ciclismo"?

Dai miei ricordi lontani di grammatica italiana non mi sembra che il suffisso "ismo" sia peggiorativo.

E' questo il solo motivo? No, naturalmente.

"I bambini fino a tredici anni sono più portati ad assimilare miti e fiabe che teorie", continua senza vergogna il signor Bertagna, "solo più avanti negli studi si procederà all'osservazione dei fatti e ai tentativi di interpretazione".

Non posso crederci. Eppure io alle scuole medie imparai il latino, la sua grammatica e la sua sintassi, studio che si basa sugli stessi strumenti intellettuali del pensiero scientifico. Amavo le favole ed i miti come li amo ora, ma ciò non mi ha evitato di affrontare studi più razionali.

Chiudo il giornale convinta di essere veramente di essere in piena Controriforma, un viaggio indietro nel tempo che non avrei immaginato neanche nei miei peggiori incubi.

Mi chiedo ancora: quando arriverà a scuola la circolare che mi diffiderà dall'insegnare ai miei ragazzi che il pensiero scientifico è l'unico che ci ha portato agli attuali livelli di conoscenza, tecnologia, libertà e pace, in lotta perenne contro quello filosofico e religioso capace di condurre l'umanità solo verso l'oscurantismo, la guerra e le dittature come tutti possiamo vedere davanti ai nostri occhi?

E no, caro ministro Moratti, lei ha abusato troppo della mia pazienza.

Io ho scelto di insegnare solo dopo aver letto un libro per me fondamentale ( purtroppo per lei, caro ministro, c'è qualcuno che ancora crede nei libri).

Si tratta di  "Lettera ad una professoressa", che naturalmente le consiglio di leggere,  dove Don Milani mi ha insegnato come la cultura sia l'unica strada per essere uomini liberi. E, le posso assicurare, che non mi sono mai pentita di questa scelta.

Caro ministro Moratti e gentile signor Bertagna, dichiaro pubblicamente che, nonostante voi, continuerò a raccontare ai miei ragazzi che il 1600 cominciò con il rogo di Giordano Bruno a Campo dei Fiori, perché aveva osato pensare che la terra girasse attorno al sole, e che Galileo fu costretto ad abiurare di fronte all'inquisizione per non fare la stessa crudele fine e che Darwin, solo un secolo e mezzo fa, affermò che non discendiamo da Adamo ed Eva, ma siamo tutti il frutto di un processo lunghissimo di evoluzione, uomini donne bianchi neri cattolici buddisti e musulmani.

Per concludere, vorrei inoltre invitare il signor ministro e il filosofo Bertagna, a riprendere in mano il loro libro di storia romana del liceo. Lì scopriranno che la pazienza del popolo e del senato romano nei confronti di Catilina durò molto poco.

27/04/2004





        
  



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