“Italia Nostra”: «Le Chiese del Piceno, salviamole prima che sia troppo tardi»
Ascoli Piceno | L’associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali, lancia un appello alle istituzioni, alla politica, agli organi di informazione ed all’opinione pubblica.
Pubblichiamo integralmente, una Nota giuntaci in Redazione da Italia Nostra (a firma del Presidente della sezione ascolana prof. Gaetano Rinaldi) - l'associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali - che lancia un appello accorato alle istituzioni, alla politica, agli organi di informazione ed all'opinione pubblica: «Le Chiese del Piceno - afferma Italia Nostra - salviamole prima che sia troppo tardi».
«L'effettuazione dei dovuti controlli, ha determinato la progressiva chiusura di altre chiese del nostro Territorio, per la constatata inagibilità.
Ultimamente, anche l'incantevole Tempio di San Tommaso, oggetto da tempo di preoccupate segnalazioni da parte della Sezione per la disastrata condizione del portone d'ingresso, peraltro, a quanto pare, mai messo in sicurezza, è stato incluso in questo lungo elenco.
La chiusura definitiva del tempio, è stata disposta per l'accertata "evidente lesione all'arco trionfale in corrispondenza della chiave di volta, lesione che appare risalire per tutta l'altezza del'arco" e per altri numerosi danni arrecati ad altre parti del Tempio.
Peraltro, tante altre sono le chiese cittadine, che si trovano nella stesa condizione. Ci preme segnalare la condizione della splendida Chiesa di San Giacomo, chiusa ormai da parecchio tempo, a seguito dei danni arrecati dalle numerose scosse di terremoto che si sono susseguite nella Città e nel Territorio.
E' augurabile che il tempo non trascorra passivamente in attesa dell'inizio dei lavori di restauro, riparazione e ricostruzione, dove necessaria.
Queste attività, infatti, richiedono tempo e notevoli risorse, e quindi, non permettono interventi immediati e veloci.
Nel frattempo, a nostro parere, occorrerà adottare tutti i provvedimenti necessari per evitare che altre eventuali scosse determinino il definitivo collasso degli edifici, ora semplicemente lesionati.
Non vorremmo, infatti, che si possa verificare anche ad Ascoli quello che è accaduto nelle aree interne del Piceno, dove si è salvato dalla completa distruzione, probabilmente per le pressanti segnalazioni delle Associazioni Culturali e di Tutela, solo il Tempio della Madonna del Sole di Capodacqua, che è stato puntellato prima che il definito crollo determinasse la scomparsa dei preziosi affreschi che nobilitano l'edificio.
Niente di ciò, è avvenuto per la preziosa Chiesa di Santa Maria in Pantano di Montegallo, per cui la Sezione aveva effettuato una accorata segnalazione prima che altre scosse ne determinassero la completa distruzione.
Ma ci dobbiamo chiedere: quante altre chiese hanno subito la stessa sorte della chiesa di Montegallo?
Occorre l'obbligo di segnalare anche il caso della Chiesa di San Francesco al Borgo di Arquata del Tronto.
Le ripetute scosse avevano già arrecato danni ingenti alle strutture murarie, tanto da indurre a mettere in sicurezza la copia originale della Sacra Sindone ivi custodita. Ma fortunatamente, ancora resistevano le pareti laterali, ricche di altari sontuosi e di preziosi affreschi. Così, come resisteva all'aggressione degli eventi, lo spettacolare soffitto di legno a cassettoni.
Due consiglieri nazionali di Italia Nostra, nel mese di Gennaio, si sono recati sul posto per controllare lo stato dell'edificio e per sollecitare la messa in sicurezza per evitare il suo crollo definitivo, offrendo ogni possibile collaborazione della nostra Associazione per permettere un immediato intervento.
Ma gli eventi atmosferici e sismici non hanno voluto attendere.
Così, quel poco della chiesa che era rimasto in piedi è crollato miseramente e di tanto splendore non rimane ora che un pallido e triste ricordo, salvo una parte della facciata messa in sicurezza da una ditta a cui sembra sia stato affidato dalla Soprintendenza delle Marche l'incarico, non sappiamo in quali limiti, di effettuare degli interventi idonei, è sperabile, ad assicurare l'integrità di quanto restava dell'edificio. Le foto allegate (le diverse foto allegate alla Nota diramata da Italia Nostra ndr) evidenziano in maniera drammatica l'evoluzione progressiva del disastro.
E' evidente che qualcosa non ha funzionato nel protrarsi di questa immane tragedia. Ci dobbiamo chiedere: oltre il Tempio della Madonna del Sole, ci sono altre Chiese salvate dal cataclisma ?
E' giusto che si aspetti, pur nel riconoscimento delle particolari condizioni in cui si sono svolti gli eventi, che tutto crolli e che poi solo dopo, con enormi sacrifici, si ricostruisca qualcosa ?
Era veramente impossibile che non si potesse fare anche per altre chiese quello che si è fatto le il Tempio della Madonna del Sole?
A queste domande riteniamo si debba dare una risposa, individuando le criticità che non hanno consentito di essere più immediati e puntuali nelle attività di messa in sicurezza degli edifici danneggiati dai ripetuti eventi sismici e da quelli atmosferici.
Si provveda ad effettuare questi interventi almeno per le chiese che fortunatamente sono ancora in piedi. Non dimenticando che purtroppo lo sciame sismico è ancora in atto e purtroppo potrebbe ancora verificarsi qualche scossa di forte intensità.
Evitiamo che l'opera di distruzione e di annullamento della memoria storica del territorio si protragga ulteriormente.
Il coinvolgimento, almeno a livello di informazione, delle Associazioni Culturali e di Tutela in questa attività di salvaguardia appare indispensabile, per consentire loro di offrire una collaborazione disinteressata che possa contribuire a preservare dalla completa distruzione e dall'estremo oblio quanto le comunità di questo prezioso territorio ci hanno lasciato in eredità
Coinvolgimento che purtroppo al momento non c'è stato minimamente.
E' ciò che chiediamo con umiltà , spinti dall'amore che nutriamo per il nostro territorio e per le irripetibili testimonianze della sua antica e commovente civiltà ».
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20/02/2017
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