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NOTE E DISCUSSIONI di «Atene e Roma»

San Benedetto del Tronto | Lucano è un poeta romano nato a Cordova nel 39 e morto a Roma nel 65 che non celebra la grandezza di Roma ma le vicende della guerra civile che si conclusero con l’impero di Augusto.

di Felice Di Maro.....

Com'è noto il Bellum civile, circa 8000 esametri, conosciuto anche come Pharsalia di Marco Anneo Lucano è un epos non celebrativo ed ha tre protagonisti: Cesare, Pompeo, Catone.

Cesare com'è noto è un dittatore che ha messo in crisi la Repubblica, Pompeo non è riuscito a fermarlo e Catone rappresenta la legalità repubblicana e sarebbe il nuovo saggio stoico e non occupa una posizione di protagonista forse perché la morte prematura di Lucano impedì di completare l'opera.

Chiaro è il suicidio d'interpretazione stoica, corrente filosofica ellenistica legata alle virtù dell'autocontrollo e privilegia il distacco dalle cose terrene. L'ideale stoico è il dominio sulle passioni, apatìa, che permette allo spirito di raggiungere la saggezza. Riuscire è un compito individuale ed è in funzione della capacità del saggio di non tener conto delle idee e dei condizionamenti che la società in cui vive gli ha impresso. Nel poema di Lucano manca l'intervento divino perché è un poema epico rinnovato che non è fondato sulla mitologia ma sulla storia. Al mito si sostituisce la ricerca storica e lo stile è ampolloso e drammatico indica la guerra sempre come cosa negativa mentre al contrario, nell'Eneide il protagonista è unico.

L'opera di Virgilio è un poema certo importante nella storia dei classici latini. Per Virgilio Enea e gli dei sono sempre presenti e propongono sempre valori da imitare. Anche la geografia è diversa, l'Eneide si muove da Oriente (Troia) verso l'Occidente (Roma), al contrario, la Pharsalia segue un percorso che va da Roma verso l'Egitto e si conclude con gli intrighi politici della corte di Alessandria d'Egitto e quindi dalla terra del "mos maiorum" alla terra simbolo della tirannia. Lo spostamento geografico simboleggia un cambiamento politico: Roma, da Repubblica si trasforma in Impero e naturalmente dopo la battaglia di Azio del 31 a.C. che sancì la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero romano. Augusto pur mantenendo formalmente alcune istituzioni repubblicane, di fatto trasformò il nuovo stato romano in una monarchia pur nell'apparenza del principato.

Il libro IV del Bellum civile di Lucano presenta Cesare che è impegnato in Spagna perché combatte contro le truppe di Pompeo. La prima metà del libro è occupata dalla campagna di Spagna in cui Cesare sconfigge Afranio e Petreio. Pompeo intercetta una zattera su cui viaggiano cesariani alla deriva che preferiscono uccidersi pur di non diventare prigionieri. Il libro si chiude con la campagna in Africa di Curione che è sconfitto e ucciso da Giuba di Numidia. L'argomento del poema è la guerra civile tra Giulio Cesare e le forze del Senato comandate da Pompeo Magno. Il titolo del poema allude alla  Battaglia di Farsalo (48 a.C.) in cui Cesare sconfisse Pompeo e la narrazione occupa com'è noto tutto il VII libro e ci è pervenuto probabilmente incompleto, il poema nel suo complesso è considerato il migliore dell'età argentea della letteratura latina.

Attraverso la revisione del commento di Paolo Esposito (1), Laura Micozzi (2) analizza alcuni passaggi del testo di Lucano al fine di interpretarli e di studiare la loro influenza sul poema epico di Stazio, La Tebaide. Il lavoro è stato pubblicato dalla rivista dell'Associazione italiana di cultura classica (AICC) «Atene e Roma» nelle "Note e Discussioni" fascicolo 1-2 del 2014, pp.85-93. Prima presenta le relazioni tra le varie pubblicazioni di altri autori e poi guida il lettore per fargli cogliere i significati che si ricostruiscono dalla critica testuale. Al riguardo a p.88 (op.cit. nota 2) scrive: "Il testo latino di Renato Badalì (3) è stampato con due minime differenze, senza traduzione. Quest'ultima è supplita dalle traduzioni (proprie e di altri autori) che Esposito fa seguire quasi sempre ai singoli lemmi nel corpo del commento.

Il volume non presenta apparato critico e, a parte un conspectus siglorum, non fornisce notizie sulla tradizione del Bellum civile ".

Come si vede appare chiaro che la critica testuale ha bisogno sia di "Note" con informazioni anche minime ma di rilievo e sia di "Discussioni" progressive e ambedue sono necessarie, diversamente resta difficile canalizzare le problematiche che un testo pone. Certo la recensione è importante perché presenta i lineamenti dell'opera e permette interpretazioni anche contrarie ai rilievi espressi dall'autore, ma le opere di autori antichi hanno bisogno sempre di essere analizzate facendo anche ricerca e con Lucano le descrizioni delle vicende consentono di verificare alcuni tratti di storia della fine della Repubblica di Roma..

L'introduzione del volume di Esposito (op. cit. nota 1, pp. 13-37 è articolata in due sezioni, la prima dedicata alla campagna vittoriosa di Cesare in Spagna e l'altra ai due scontri favorevoli ai pompeiani.

Tre sono gli scenari di guerra: Cesare sconfigge Afranio e Petreio a Ilerda in Spagna (vv.1-401); un piccolo contingente di cesariani comandato da Vulteio e che è stato intrappolato con l'inganno su una zattera al largo della costa Illirica compie uno spettacolare omicidio-suicidio per sfuggire alla cattura (vv.402-581); Curione, legato di Cesare, viene sconfitto e trova la morte in battaglia nel nord d'Africa (vv.581-824).

Da p.89 a 93 (op. cit. nota 2) presenta alcune note ai singoli passi. Di rilevo proprio per le osservazioni sulla guerra sono i versi 169-70, qui si presentano 169-72, "postquam spatio languentia nullo/mutua conspicuos habuerunt lumina voltus,/[hic fratres natosque suos videre patresque]/deprensum est civile nefas" per meglio relazionare la traduzione: "Dopo intervallo gli occhi languidi non avevano caratteristiche comuni cospicue, [Qui per vedere i loro padri, fratelli e figli] e ha rilevato un illecito civile". Ecco come commenta: "l'immagine patetica dei combattimenti della guerra civile che si guardano piangendo ha un precedente in un passo delle Fenice di Euripide (170 s.), dove le armate di Eteocle e Polinice piangono e si scambiano sguardi sgomenti prima del duello" (op.cit. nota 2 p.90). Si tratta di relazioni di rilievo che l'Autrice ha pubblicato in "Pathos e figure materne nella Tebaide di Stazio" (in Maia, 50 - 1998, p.120).

Com'è noto Stazio si è servito di Lucano. Si ricorda che è nato a Napoli nel 40 ed è morto nel 96. La Tebaide è stata pubblicata nel 92 e in 12 libri narra la lotta fra i due fratelli Eteocle e Polinice per la successione in Tebe al trono di Edipo. In finale dice che "Il commento di Esposito, testimoniando il «lungo studio» che l'autore ha fatto di questo poeta per anni, ci ricorda che i poeti del passato vivono solo se continuano a essere interpretati dalle generazioni successive: è questo il senso più naturale dell'immortalità poetica".

L'AICC con la sua rivista «Atene e Roma» e con le sue attività cerca di promuovere la conoscenza delle opere degli autori antichi.

1) P. ESPOSITO, Marco Anneo Lucano, Bellum civile (Pharsalia), Libro IV, Napoli 2009.
2) L. MICOZZI, Studi sul Libro IV (con note marginali) «Atene e Roma» nelle "Note e Discussioni" fascicolo 1-2 del 2014, pp.85-89).
3) R. BADALÌ, Lucani Opera, Roma 1992 nota* a p 37. 

06/07/2015





        
  



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