Settimio Capriotti: «Non c'è nulla da temere dalla sabbia di Senigallia»
San Benedetto del Tronto | L'assessore alle Politiche del Mare ribadisce che le analisi dell'Arpam sono "ok" e ripercorre l'iter della vicenda, dal quale emerge in modo lampante che la Regione ha informato l'Amministrazione sambenedettese quando ormai tutto era già stato deciso.
di Marco Braccetti

Lavori alla cassa di colmata del molo nord
Lo fa ribadendo che le analisi effettuate dall'Arpam hanno dato "disco verde" all'operazione di trasporto e sversamento dell'arenile. «Io mi fido dei dati fornitici dall'agenzia regionale. - afferma l'assessore - Poi se si riveleranno sbagliati qualcuno pagherà». Chiariamoci, l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente delle Marche non ha detto che la sabbia sia totalmente libera da agenti inquinanti, ma che l'inquinamento presente rientra nei limiti di legge, considerato soprattutto il fine che quella sabbia dovrà avere. Insomma, su quella sabbia non sarebbe possibile piantarci un ombrellone e prenderci la tintarella. Ma può essere usata come "materiale da costruzione".
L'assessore ripercorre l'iter della vicenda, partita il 18 novembre 2008 quando in Comune è arrivata una lettera dell'assessore regionale Gianluca Carrabs. "La Regione ed il Genio Civile Opere Marittime - è il succo della missiva - hanno riscontrato la necessità di dragare il porto di Senigallia. Le sabbie scaturite dall'operazione saranno trasportate e depositate nella cassa di colmata di San Benedetto, visto anche che quella di Ancona non è pronta". Insomma, dal capoluogo dorico hanno comunicato alla Riviera delle Palme una decisione già presa.
Capriotti spulcia le sue carte, e ripesca dei decreti del Dirigente Regionale Vincenzo Marzialetti, responsabile del Settore Difesa della Costa. Con gli atti datati 23 e 30 aprile 2009 l'ingegnere dava il via alle operazioni di dragaggio del porto senigalliese ed al contempo autorizzava il conferimento della sabbia a San Benedetto. Anche in questo caso le autorità del territorio rivierasco non sono state interpellate. Nell'istruttoria firmata dall'ing. Mauro Petraccini che accompagna la delibera del Dirigente, si legge: «La caratterizzazione dei sedimenti del porto di Senigallia è stata eseguita conformemente a quanto previsto dalle Linee Guida regionali (...) e i risultati hanno confermato che i materiali da dragare rientrano nella classe di qualità B per cui è praticabile l'opzione di gestione "Refluimento all'interno di vasche di colmata o strutture di contenimento poste in ambito marino costiero, con impermeabilizzazione laterale e sul fondo, prevedendo anche il riutilizzo della superficie"».
Tornando alla nostra "cronistoria", finalmente Ancona si "degna" di ascoltare la voce del territorio rivierasco e convoca per il 6 maggio 2009 una conferenza dei servizi, invitando - tra gli altri - il Comune e la Capitaneria di Porto sambenedettese. «In quella sede abbiamo chiesto ed ottenuto maggiori garanzie a tutela dell'ambiente», precisa Capriotti.
A proposito di garanzie, l'assessore ha chiesto al Genio Civile Opere Marittime di realizzare intorno alla cassa una barriera di massi, in modo tale che le onde non arrivino al suo interno. Ma anche se dovesse entrare dell'acqua, il materiale sabbioso è protetto da quattro strati di spessi teli in gomma termo-saldati. Secondo Capriotti è dunque impossibile che l'acqua di mare entri in contatto con l'arenile depositato. Ad intervalli di tempo, poi, vengono realizzate delle gettate di cemento per "imprigionare" definitivamente la sabbia.
Ma, una volta riempita, che futuro ha questa cassa di colmata? Come si può vedere nella foto in galleria essa sarà parte integrante del futuro terzo braccio del porto sambenedettese. Certo, poi si aprirà un'altra discussione su che anima dare alla nuova area. Cantieristica? Turistico-commerciale? O ancora altro? Ci sarà tempo per parlarne.
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09/09/2009


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