Terremoto dellAquila: un testimone ci racconta
San Benedetto del Tronto | Stefano Zanghi, studente al secondo anno di Ingegneria Informatica, è appena rientrato a S. Benedetto da Poggio di Roio, uno dei paesini del circondario dellAquila, dove ha vissuto, credo, lesperienza più drammatica della sua giovane vita.
di Maria Teresa Rosini
Le immagini del crollo di una palazzina in via xx settembre
Lunedì mattina ho pensato a lui appena sveglia. Era stato a casa mia insieme ad altri amici di mia figlia non più tardi di tre giorni prima e mia figlia è stata spesso ospite a casa sua: la casa che occupava a Poggio di Roio e che ora, dice, è irreparabilmente lesionata dopo avergli concesso di uscirne, salvo e illeso, e raccogliere rapidamente le cose salvate per tornare a casa, a San Benedetto, al sicuro.
Cosa si diceva all'Aquila circa le scosse che da settimane si avvertivano in città? Si pensava al peggio? Se ne parlava? Qual era l'opinione della gente anche di fronte alle dichiarazioni di Gioacchino Giuliani (il ricercatore che ha messo a punto un sistema in grado di prevedere i terremoti che nei giorni scorsi aveva rilevato la presenza massiccia di precursori dei terremoti nella zona di Sulmona, attraverso i livelli di radon liberati dalla terra) circa l'eventualità di un evento sismico catastrofico?
No, non se ne parlava molto, almeno io non ne ho sentito parlare molto.Non gli si dava più importanza di tanto anche perché si sapeva che la rilevazione del radon non dava certezze riguardo al "dove" si sarebbe potuto verificare il terremoto... noi studenti ci scherzavamo un po' dicevamo di avere "l'epicentro sotto casa"...ed è stato vero alla fine.
Cosa è successo alle 3.32?
All'inizio sembrava come le scosse precedenti, come quella delle 11.30, poi invece di finire è aumentata in un attimo. Io ero alla scrivania al computer e all'improvviso mi sono cadute tutte le cose dalla scrivania, mi sono girato, ho guardato il muro e l'ho visto cominciare a creparsi e poi aprirsi. Ho lasciato tutto e dopo aver chiamato il mio amico che era a letto sono uscito fuori di corsa. Per fortuna ero ancora vestito perché ero uscito.....se fossi stato a letto, beh, credo mi sarei salvato lo stesso, anche ricoperto dai calcinacci. La casa è rimasta quasi intatta, dentro la struttura ha ceduto, ma le mura non sono crollate.... Era una casa a tre piani, di quelle molto antiche con le mura spesse di pietra.. fortunatamente visto che i palazzi più nuovi in centro sono crollati.
Eri spaventato?
Non so se era paura, ti scatta addosso quella cosa che ti dici.... "devo uscire fuori", ho agito in automatico...sono andato a svegliare il mio amico che per fortuna era sveglio e gli ho detto di vestirsi e scappare fuori...intanto io provavo ad aprire la porta, che all'inizio era bloccata, mentre continuava a tremare tutto e ha continuato a tremare per venti secondi buoni.
Dove siete andati dopo?
Ci siamo ritrovati in piazza a Roio con la gente di lì....
Cosa diceva la gente?
Tutti cercavano parenti e amici. Per fortuna nessuno mancava della gente del posto Alcuni erano nel panico o piangevano. Si cercava di rendersi conto della situazione chiedendo agli altri che tipo di danni avevano subito le case. Era buio e così abbiamo acceso i fari delle automobili per illuminare la piazza.
Quando hai potuto rassicurare i tuoi comunicando che stavi bene?
Mentre eravamo in piazza e tutti parlavamo, ha telefonato mio padre, anche lui svegliato dal terremoto, che mi chiedeva se tutto andava bene.
L'ho tranquillizzato. Ma dopo, sentendo il telegiornale e rendendosi conto della portata di quello che era successo, lui, ma soprattutto mia madre, si sono spaventati di più... e hanno voluto che rientrassi prima possibile.
Sei riuscito a prendere le tue cose?
Sì, ieri mattina, ho raccolto le mie cose, ho caricato la macchina e sono andato in piazza D'Armi, all'Aquila. C'erano ancora numerose scosse, molto più leggere, che si succedevano a intervalli quasi regolari.
Che ne è della casa in cui vivevi?
Non è andata giù, ma non è più abitabile, non ci potrò tornare....nè a casa né all'università. Non ci siamo avvicinati alla facoltà di Ingegneria perché la Protezione civile non lo consentiva...l'edificio comprende una parte vecchia e una nuova e antisismica quindi ha retto... una delle poche perché quelle che stavano in antichi palazzi nel centro dell'Aquila sono andate giù o sono lesionate gravemente.
Come proseguirai gli studi?
Non credo potrò proseguirli all'Aquila... ora quelli che ci affittavano la casa, non hanno più la loro di casa... i problemi della città saranno altri, non potrò certo studiare sotto le tende... da adesso in avanti cambierà tutto.
Cosa ti ha colpito di più della tragedia e della disperazione che sicuramente
avrai percepito nella gente intorno a te?
Ho visto la disperazione delle persone ieri mattina all'Aquila. Stavamo tutti, tanti, in piazza D'Armi, molti vestiti come si sta dentro casa, in pigiama con vestiti sovrapposti come meglio avevano potuto. C'erano già le tende, si stavano organizzando le cose.... Ci siamo trovati in due o tremila studenti.... Riuscivamo persino a ridere e a fare battute.... probabilmente per sfogare la tensione... e perché tutto ci sembrava ancora irreale.
Le famiglie invece erano disperate, c'era gente che aveva perso tutto, casa, lavoro.... Anche il ristorante dove lavoravo nei fine settimana è crollato.....
Quali pensieri, emozioni, prospettive ti hanno accompagnato in queste ore?
Penso che tutto quello che facevo è sparito: lo studio, la casa, il lavoro, le relazioni con le persone di Roio che conoscevo tutte... troncato, finito in venti minuti. Dovrò ricominciare da capo...e stavo bene in quella città, tranquilla e piacevole.
Molta gente purtroppo avrà più problemi di me, io sono stato fortunato. Alcuni studenti hanno perso la vita, altri sono ancora sotto le macerie non si sa se vivi o morti.
Io ho perso due anni di studio, ma ho la prospettiva di continuare gli studi in un altro posto: lì c'è chi ha perso venti, trenta anni e tutto quello che aveva costruito in una vita: famiglie, legami, lavoro, comunità.
Sarà un problema perché l'economia dell'Aquila ruota intorno all'Università, gli studenti però ora se ne andranno...
E' finito un mondo. "Qualcosa" ha tagliato in due la storia di questa città. Qualcosa di imprevedibile, ci dicono, che ha impiegato pochi secondi per dare una sterzata maldestra e dolorosa, un cambio di direzione inatteso e indesiderato alla vita di una tranquilla provincia italiana.
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08/04/2009
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