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Calcio e razzismo

| MACERATA – Nota dell’assessore Savi

di Alessandro Savi*


Il provvedimento adottato dalla Federcalcio per combattere il fenomeno del razzismo negli stadi è, a dir poco, risibile: i cinque minuti di ritardo sull’inizio delle partite equivalgono al nulla più assoluto e, anzi, paradossalmente, potrebbero finire per incentivare i tanti (purtroppo) imbecilli mascherati da tifosi (“can che abbaia non morde…”) nonché i pochi (per fortuna) calciatori che in qualche modo li giustificano.

Troppo ottimisticamente ho sperato che il caso-Zoro in Messina-Inter di domenica scorsa servisse a qualcosa: la tanta e legittima rabbia del calciatore ivoriano, la sua sacrosanta (e tutt’altro che esagerata) protesta verso una parte della nostra società ancora ferma alla cultura (sic!) dello schiavismo e della tratta si sono scontrate con l’indifferenza. Basti pensare all’atteggiamento di alcuni dei giocatori dell’Inter che sembravano più interessati a non far sospendere la gara che non al comportamento indecente di alcuni loro tifosi, alle dichiarazioni del tecnico del Lecce Baldini (“in Africa sono più razzisti di noi”), al delirio del laziale Di Canio (“all’estero mi hanno dato del bastardo ma questa offesa non mi ha mai intaccato”) e, soprattutto, al “contentino” antirazzista partorito dalla nostra Federcalcio che ritarda l’inizio delle partite di cinque minuti piuttosto che applicare i regolamenti (le gare andrebbero sospese) e non riflette sulle inquietanti dichiarazioni di Patrick Gasser, responsabile della UEFA per le campagne contro il razzismo, che ci colloca agli ultimi posti in Europa per la prevenzione e la lotta a questo fenomeno.

La provincia di Macerata, a livello regionale e in termini percentuali, ospita il maggior numero di immigrati, molti dei quali di colore e, tra questi, è sempre più elevato il numero di sportivi tesserati con le società sportive della provincia: la civiltà, i valori dell’accoglienza e della solidarietà della nostra gente hanno finora tenuto lontani dai nostri stadi questi odiosi casi di razzismo ma, qualora qualcosa di simile dovesse accadere, la nostra risposta all’imbecillità di eventuali pseudo-tifosi e all’insipienza della Federcalcio può essere una soltanto: sommergere di fischi fino ad allontanare dallo stadio chi, con una macchia indelebile, vuol rovinare lo sport più bello del mondo.


*Assessore alle Politiche Sociali, Politiche Giovanili, Immigrazione, Tutela dei Consumatori della Provincia di Macerata.

30/11/2005





        
  



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