Ai sindacati non piace l'idea della Società Multiservizi
Sant'Elpidio a Mare | La Cgil critica la decisione della maggioranza di procedere verso la costituzione di una società pubblica per la gestione dei servizi comunali
di Alessandro Pertoldi*
La decisione assunta dalla maggioranza di centro-destra nell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Sant’Elpidio a Mare di procedere alla costituzione della Società Multiservizi ripropone il tema dell’esternalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici nel nostro territorio.
Nel confermare la netta contrarietà della Funzione Pubblica CGIL ancora una volta dobbiamo registrare che la riforma della pubblica amministrazione locale viene affrontata come processo di “aziendalizzazione”, nel senso che qualcuno ritiene che l’estensione ai Comuni dei sistemi di gestione delle imprese sia sufficiente a realizzare il cambiamento. Siamo convinti con non vi sia nulla di più sbagliato in quanto le logiche organizzative aziendali non possono essere esportate meccanicamente nel sistema delle autonomie locali e più in generale nel mondo pubblico. Il sistema pubblico non è né migliore né peggiore del privato: è diverso ed è proprio questa diversità che richiede soluzioni e culture organizzative originali e non importate.
Il privato è cosa diversa e ha come unico obiettivo quello di realizzare profitti. La scelta della maggioranza consiliare di Sant’Elpidio a Mare conferma una tendenza, da parte degli amministratori locali, a puntare sui processi di esternalizzazione e privatizzazione, invece di assumere una chiara funzione di regolatori e di promotori del benessere sociale delle comunità territoriali.
L’impegno della CGIL sarà ora indirizzato a di difendere i livelli occupazionali e contrattuali dei lavoratori e delle lavoratrici del Comune di Sant’Elpidio che saranno coinvolti nel processo di esternalizzazione. Innanzitutto chiederemo che ai dipendenti sia riconosciuta la libertà di scelta se rimanere alle dipendenze del Comune o se accettare il trasferimento alla società. Inoltre, ribadiremo la proposta di utilizzare strumenti alternativi previsti dal contratto di lavoro come, ad esempio, l’istituto del comando che consentirebbe di mantenere il rapporto di lavoro in essere con il Comune e contemporaneamente di essere utilizzati dalla società di servizi.
È bene però che tutti i cittadini sappiano che le aziende comunali a partecipazione pubblica che agiscono con modalità e criteri di vero e proprio gestore privato non sono più delle municipalizzate ma aziende a tutti gli effetti. Si crea così una vera e propria “struttura parallela” che risponderà direttamente ed unicamente al Sindaco e sarà sottratta dal controllo del Consiglio Comunale e quindi dei cittadini, senza sottovalutare i rischi di incremento della spesa pubblica e di maggiori oneri per gli utenti dei servizi. *Segretario Generale Provinciale Fp Cgil
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26/10/2005
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