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Sostegno alle famiglie di persone affette da disagio mentale.

| ANCONA - Servizio di sollievo, un'esperienza che ha fatto centro. Rifinanziata con 1 milione di euro la sperimentazione iniziata nel 2001 per attivare punti di ascolto, centri diurni, inserimenti lavorativi, attività ricreative.

Aiutare le famiglie di persone affette da disturbi mentali. La finalità è tutta nel nome, "Servizi di sollievo", ma significa, ormai dal 2001, un sistema di servizi integrati per favorire l'inclusione sociale di soggetti con disagio mentale, attivato in tutti e 24 ambiti territoriali sociali della regione, con il coordinamento delle Province e il coinvolgimento delle zone territoriali ASL .

La giunta regionale ha approvato, infatti, il provvedimento sui criteri e le modalità per la valutazione dei progetti,  destinando alle Province un milione di euro da ripartire tra i Comuni che potranno così proseguire la realizzazione e ampliare i progetti relativi ai Servizi di sollievo.

Progetti che riguardano la creazione e il proseguimento di punti di ascolto, il sostegno domiciliare, i centri diurni, gli inserimenti lavorativi, la residenzialità temporanea, i gruppi di auto aiuto tra le famiglie , percorsi formativi e attività ricreative.  

"Un altro buon esempio di integrazione socio-sanitaria – ha commentato l'assessore regionale alle Politiche sociali, Marcello Secchiaroli -  che desidereremmo arricchire con ulteriori risorse del fondo sociale nazionale,  quando finalmente il Governo nazionale smetterà di giocare con le legittime aspettative delle famiglie e deciderà di svelare il "segreto" dell'assegnazione dei fondi alle Regioni, permettendo perciò ai Comuni di dare continuità a servizi ormai essenziali. "

Nati come sperimentazione tre anni fa, i "Servizi di sollievo"  sono diventati un punto di riferimento per le famiglie che vivono questo grave problema e che hanno manifestato l'apprezzamento per la qualità dei servizi e l'esigenza, quindi,  di ripetere un'esperienza più che positiva.

"Da sfida innovativa, è diventato – ha aggiunto Secchiaroli – un sistema virtuoso che ha consentito di creare una rete efficiente e capillare di servizi,  perché sono stati coinvolti tutti i soggetti pubblici e privati (oltre alle Province, gli ambiti sociali, le zone territoriali dell'ASUR, i Dipartimenti di Salute mentale,  le famiglie, comuni, comunità montane, le associazioni, i medici di base, le cooperative sociali),  si sono confrontati in tavoli di concertazione e hanno contribuito alla riuscita con le proprie risorse, economiche sì, ma anche di competenze personali , professionali, di valori d'esperienza delle famiglie, per ottimizzare l'offerta dei servizi. Forti di questo,  sarà auspicabile coinvolgere altri attori del territorio, come le scuole, le organizzazioni di turismo sociale e culturali, i centri sociali."

La novità rispetto alla precedente impostazione è l'istituzione di un gruppo regionale di supporto che coadiuva  gli ambiti e le amministrazioni provinciali nell'elaborazione dei progetti che, per ogni provincia,  non dovranno superare il numero delle zone territoriali dell'ASUR.

Come nel passato,  l'accesso ai contributi  regionali è subordinato alla sottoscrizione di protocolli di intesa tra Comuni , Ambiti territoriali, Zone territoriali dell'ASUR e i Dipartimenti di salute mentale.

I protocolli costituiscono lo strumento di programmazione congiunta in cui sono previsti dettagliatamente i diversi ruoli e azioni ad condurre per la realizzazione dei progetti, che vengono cofinanziati dai soggetti firmatari dell'intesa.

28/04/2004





        
  



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