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Si chiude la rassegna "Domenica a Teatro"

Montappone | Lo spettacolo, messo in scena dalla compagnia Teatri Comunicanti, è intitolato "L'Albero".

Con lo spettacolo dal titolo "L'Albero", messo in scena dalla compagnia Teatri Comunicanti, si chiude la riuscita rassegna "Domenica a Teatro", proposta per bambini e famiglie dal Comune di Montappone, dall'Amat e da Eventi Culturali. L'appuntamento è per domenica 15 febbraio, al teatro comunale di Montappone, alle ore 17.30 (ingresso: 2,50 euro). Il testo, di Marco Renzi, vedrà impegnati sul palcoscenico Piero Massimo Macchiani e lo stesso Renzi. Musiche originali di Luciano Monceri, regia di Paolo De Santi.

Il testo integrale è pubblicato da Armando Editore Roma nel volume "L'Albero e il Sogno" di Marco Renzi (collana "Letture di Gulliver"). "Lo spettacolo è molto divertente – sottolinea l'autore –. Uno spazio fuori da ogni collocazione temporale, intatto, essenziale. Uno spazio dove è possibile costruire e organizzare qualsiasi cosa.

Al centro di questo spazio, un grande albero con due rami pieni di mele. Un fiume dalle acque azzurre e popolato di pesci divide lo spazio in due parti esattamente uguali. Uno spazio incontaminato, abitato da due esseri umani, anch'essi incontaminati. La vita in questo luogo simbolo scorre serena, i due abitanti vivono e occupano lo spazio seguendo come unica regola la casualità, mangiano le mele. Sono soli, sereni e gioiosi in questa loro vita semplice e hanno tutto ciò che serve: acqua, cibo, aria, spazio.

Un giorno però qualcosa cambia: uno di loro trova una campana e scherzando concepisce l'idea di indire una riunione, vale a dire sedersi e parlare. Un gesto semplice, che avevano fatto tantissime altre volte, si carica ora di un significato diverso, diventa ufficiale. Ben presto decidono di dividere lo spazio e di assegnarne a ciascuno una parte, il fiume sarà il confine naturale. Quelli che prima erano gesti privi di alcuna conseguenza, come passare da una parte all'altra, ora diventano difficili, bisogna chiedere autorizzazione.

Il meccanismo infernale cresce portando con sé regole sempre nuove e sempre più complesse. Quello che all'inizio era uno spazio incontaminato dove c'era quanto serviva, ora è un garbuglio di invenzioni attorcigliate su se stesse. Una fitta ragnatela di cavi, fili, sbarre, tubi, invade il palcoscenico e da questo straborda in platea, avvolgendo tutto e tutti; teatro, sedie, pubblico, attori.

E' in questa immagine finale di ragnatela in cui tutti siamo intrappolati che i due protagonisti, oramai sfiniti dalla fame e dalla sete, si chiedono e si interrogano sul dove avranno sbagliato, si chiedono se la loro civiltà sarà stata significativa e se verrà ricordata con ammirazione o disprezzo. Lo spettacolo, pur parlando di argomenti di grandissima attualità, lo fa con leggerezza, divertimento ed ironia, senza piagnistei di alcun genere e mostra come, scherzando o sottovalutando i fenomeni, si possa arrivare a delle situazioni grottesche dalle quali non si riesce poi ad intravedere una possibile via di uscita".

14/02/2004





        
  



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