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Non c'è posto sulla scopa.

Ascoli Piceno | Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio

di Federica Poli

Vorrei pubblicamente comunicare che il mio compleanno è il 14 marzo! Ho trascorso l'intera mattinata a rispondere a messaggi di auguri e telefonate varie di tutti miei amici. Ragazzi "lo scherzo è bello quando dura poco". Ora sono veramente seccata e guardandomi allo specchio chiedo: "specchio, specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?" E dall'altro lato della mia immagine una vocina in falsetto "sei tu, Federica!" Tronfia e rinfrancata sorrido allo specchiettino caro ma poi "ah, dimenticavo…auguri per oggi!". A stento non lancio qualcosa contro quel bellissimo oggettino di vetro riflettente e mi trattengo solo perché gioca l'Ascoli e potrebbe non portare fortuna.

La partita ha inizio e il cellulare è stato spento opportunamente per evitare intrusioni nello spettacolo che mi stanno per offrire i miei pupi in terra siciliana.

Messina ad un colpo d'occhio da Reggio Calabria eppure tanto lontana e tanto diversa.

Si guardano, la Calabria e la Sicilia, si scrutano e restano divise da un lembo di mare. C'è chi vuole unire queste due realtà che ci piace pensare come due dirimpettaie pettegole che si osservano, commentano e invidiose e gelose si criticano l'un l'altra.

Oggi l'undici di Aldo "childebir" deve vedersela con i giallorossi di Cotone-Lana-Seta-Lino Mutti.

Innanzitutto, devo rettificare quanto anticipato ai miei lettori nelle "considerazioni semiserie sui neoacquisti dell'Ascoli" in cui ho erroneamente indicato come neocapitano Fabietto cavallopazzo Di Venanzio.

La fascia gialla al braccio è di Inox Brevi. Forse per una scelta di anzianità, forse per capacità di divenire leader/uomo immagine/uomo squadra, il nostro inossidabile è stato indicato come il successore di Capitan Fontana. Ora dovrà iniziare a leggere libri filosofeggianti, dispensare consigli e farsi crescere i capelli.

Il primo tempo trascorre con un Ascoli indolente che, privo di Joao Inacio Batista Pià, pare svegliarsi a sprazzi. La Vista fa quanto può ma Robertone Sosa lì davanti solo soletto non sa proprio dove mettere le mani anzi i piedi.

Secondo tempo.

Dopo appena una manciata minuti, l'arbitro Cruciani di Pesaro concede il rigore. A noi, naturalmente, perché è marchigiano e quindi ci terrà che una squadra della sua Regione vinca questa gara. No, guarda che il rigore l'ha fischiato contro - mi dicono - riportandomi crudelmente alla realtà. Davide sòtroppoalto Micillo è uscito per prendere un pallone e gli è capitata la testa di Guzman tra le braccia. Ma il pallone l'ha preso però! D'altronde è stato il messinese ad infilarsi tra le mani del portierone bianconero. Questo Cruciani è cieco? Guardo il dischetto e chi vedo sulla palla pronto/a a tirare? Parisi. Non ci credo Heather qui a Messina. È troppo brava a ballare, è una forza della natura, fin da piccolina l'ho ammirata. È grazie a lei che mi sono avvicinata alla danza e, per fortuna, me ne sono anche allontanata subito. A questo punto sono contenta (non esageriamo!) che il giallorosso segni il penalty non foss'altro per le emozioni e i ricordi che mi ha dato.

Vabbè a conti fatti, tra nostalgie e passi di danza 1 a 0 per la squadra di casa.

È entrato Biso nel frattempo. Me lo ricordavo con il capo lindo e pinto come quello di Claudio Bisio e, invece, si è fatto crescere di nuovo i capelli.

Proprio il numero 17 bianconero (ma non lo sa che dal 16 si passa magicamente al 18?) propizia il gol del pareggio. Eccolo azzeccare un bel cross per Pippo Antonelli che di sinistro tira una rasoiata che spiazza il biondo capellone di Storari lasciandolo con un palmo di naso. 1 a 1

Entra anche Totò Vicari e quando sòtroppoalto Micillo si fa male il pubblico pagante femminile si alza in piedi ed applaude l'entrèe di Beautiful Coppola. I giallorossi tentano di ottenere la stessa standing ovation con il giocatore omonimo ma questa partita l'hanno persa in partenza. Il nostro Ridge è imbattibile! Smentita fulminea di Parisi che su calcio di punizione lascia tutti allibiti, esterrefatti e storditi. 2 a 1. "E le cicale, cicale, cicale, cicale, e la formica invece non ci cale mica".

La palla esce fuori dalla linea bianca e la rimessa è degli isolani, Di Napoli prende il pallone se lo mette dietro la testa, prende la rincorsa e decide di lasciare la rimessa a Guzman il quale procede allo stesso modo e sul momento di lanciare si accorge che Lavecchia è più bravo e allora lascia il pallone a lui, finalmente tirerà. Si accorge però che c'è Aronica che ha giocato poco e non è tanto stanco forse è meglio farlo tirare a lui, anzi, forse è più fresco Princivalli sennò perché non chiamare Sullo che essendo il Capitano si merita tanta considerazione? Tra un ripensamento e l'altro anche i minuti di recupero volano e l'Ascoli esce sconfitto dal "Celeste".

Anche questa volta dobbiamo ripartire da Messina delusi, tristi e annoiati e, perdipiù, con due pappine sul groppone.

Ora sarà davvero dura caricarle sulla scopa della Befana!

06/01/2004





        
  



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