Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Il cinema di Takeshi Kitano: appuntamento al Kursaal di Grottammare

Grottammare | Prosegue la rassegna, venerdì 30 gennaio, con “Il silenzio sul mare”. Sabato 31 iniziativa nell'ambito della “Giornata della memoria”

Nell'ambito della rassegna cinematografica "La solitudine del samurai: Il cinema di Takeshi Kitano" organizzata dall'associazione "Blow Up" di Grottammare, verrà proiettato venerdì 30 gennaio "Il silenzio sul mare" (Giappone 1991, col, 101'), con inizio alle 21,30 come di consueto.

La storia è questa: Shigeru fa il netturbino. Un giorno trova una tavola da surf buttata via e conciata male. Decide di sistemarla e di imparare a cavalcare le onde. I suoi amici sono un po' sorpresi, la sua fidanzata preoccupata. Anche perché Shigeru ha un problema: è sordomuto.

Takeshi Kitano è qui alle prese con l'immagine ricorrente dei suoi film: il mare. Placido e impetuoso, simbolo di armonia e violenza. Che nella poetica (ed estetica) del cineasta giapponese rappresentano l'intimo dell'idea di bellezza. Anche una riflessione tenera sul tema della morte, qualche anno prima di "Hana-bi". Un film straordinario.

Inoltre, proseguendo le iniziative nell'ambito della "Giornata della Memoria" (27 gennaio), sabato 31 gennaio, stesso luogo stessa ora, verrà proiettato "La passeggera" di Andrzej Munk (Polonia, 1961-63), con introduzione storico-critica a cura dell'associazione "Blow Up" e presentazione del sindaco Luigi Merli. Piergiorgio Cinì leggerà alcune testimonianze sulla Shoah, con accompagnamento musicale dal vivo di Pierpaolo Marini.

"La passeggera" è un film che racconta di una nave in rotta da Amburgo verso un porto canadese nei primi anni '60. A bordo Liza, già sorvegliante nel lager di Auschwitz, incontra un'ebrea polacca che fu forse tra le sue vittime e con la quale, spinta anche da un'attrazione omofila, cercò inutilmente di avere un rapporto 'umano'. Ne parla allora col marito in due confessioni, la prima in modi di autogiustificazione e la seconda con un vero e proprio scavo di se stessa.

Tratto dal romanzo omonimo di Zofia Posmysz-Piasecka che collaborò alla sceneggiatura con il regista, è un'opera 'incompiuta', ma comunque portata a termine. Munk, infatti, morì in un incidente d'auto il 20 settembre 1961 durante le riprese: con un paziente lavoro di ricostruzione filologica durato due anni, però, il suo collaboratore Witold Lesiewicz riuscì a realizzare un montaggio, inserendo al posto delle sequenze mancanti foto di scena e un commento fuori campo. Pur in queste condizioni il risultato fu straordinario e il film, con la sua peculiare struttura data dall'alternanza di immagini fisse per il tempo odierno e immagini in movimento per i flash-back, è in assoluto la migliore opera realizzata sull'universo concentrazionario. Nel 1964 il film ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes.

29/01/2004





        
  



2+1=

Altri articoli di...

ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati