Porto di Ancona, infrastrutture del capoluogo e della regione.
| ANCONA - L'assessore Marco Amagliani replica ai sogni del vice ministro Baldassarri.
di Marco Amagliani
Sabato 24 gennaio si è svolto un tradizionale incontro al Porto di Ancona tra l'Autorità Portuale e i rappresentanti delle Istituzioni, locali, regionali e nazionali, gli operatori economici e sociali, i rappresentanti dei lavoratori e i giornalisti della stampa e dei media della regione, per presentare i dati sull'andamento dell'attività portuale dello scorso anno.
E' stata anche l'occasione per fare il punto sulle opere di ammodernamento dello scalo dorico e sulle infrastrutture del capoluogo e della regione, nonché sulle opinioni e sui sogni del Vice-ministro dell'Economia, prof. Mario Baldassarri, che, partendo dal ruolo del porto in epoca romana ed in particolare dell'imperatore Traiano, ha tracciato il futuro dello scalo ("hub" di non so che per la Legge obiettivo) e di tutte le infrastrutture marchigiane, tale da impegnare gli amministratori e forse i costruttori marchigiani per i prossimi venti anni!
I dati del Porto non sono rosei, sia pure in una congiuntura mondiale non favorevole, e preoccupa in particolare la riduzione delle merci, così come preoccupa il ristagno dei finanziamenti statali per le opere portuali, specie in vista dell'avvio del programma europeo delle Autostrade del mare, che metterà in concorrenza i porti europei ed avvantaggerà quelli più dotati e collegati.
Ma i dati non scoraggiano il Professore, che, sempre più spesso, viene nelle Marche ad insegnarci quello che secondo lui dobbiamo proprio fare, e non lo dice in qualità di uomo del Governo, sulla base di dati definiti, di programmi finanziati, di impegni assunti o da assumere a cura e spese del Suo governo, bensì come pensatore, uomo della strada, cittadino che lascia libera la fantasia e .sogna!
Molti di coloro che hanno incarichi pubblici sperano di poter vedere realizzato un proprio progetto nell'interesse dei cittadini, ma non lo vanno raccontando a tutti come se fosse sul punto di attuarsi e soprattutto non lo contrappongono a quei progetti che faticosamente le Comunità locali stanno costruendo, tenendo conto dei limiti dello Stato e della finanza locale e delle contraddizioni, che su tali limiti si determinano.
In altre parole si comportano da persone serie e responsabili, secondo una logica di governo.
Su almeno due questioni il Vice ministro nell'incontro di sabato ha voluto pontificare su prospettive lontane, alimentando la confusione dell'oggi: sul collegamento del porto con la viabilità e sullo spostamento della ferrovia, mettendo tra l'altro in relazione le due questioni, come se avessero gli stessi tempi e la stessa priorità.
1) Sul collegamento del Porto di Ancona, sud, nord o ovest, molti hanno scritto e dibattuto, ma esistono alcuni progetti preliminari o di fattibilità presentati al Ministero delle Infrastrutture e all'Anas, e su quelli occorre che "tecnicamente" Anas e Ministero si esprimano prima possibile (anche per bocciarli, se sono inadeguati).
La Regione da mesi ha reiteratamente interpellato il Ministero senza alcun cenno di risposta e di bel nuovo il Vice-ministro ci racconta in un'assemblea il "suo" progetto! Ma insomma vuol dire che gli altri sono sbagliati? Chi li ha valutati? Per quali motivazioni? Oppure più sottilmente si alimentano polemiche e si mena il can per l'aia, per non ammettere che i fondi non ci sono per tutte le opere e, magari se si finanzia il Quadrilatero per le Marche non bastano le risorse!
Se non è così e si vogliono risolvere i problemi nell'interesse dei cittadini, si organizzi un incontro tra Stato (Ministero infrastrutture), Regione, Provincia, Comune, Autorità Portuale, Anas se vuole può organizzarlo il Vice-ministro, e si decida una buona volta, per poi procedere a tutte le verifiche tecniche necessarie, e quindi alla progettazione e al finanziamento dell'opera: così facendo saranno necessari 5 -7 anni e i cittadini devono saperlo per tempo.
La Regione assicura la propria leale collaborazione a definire la soluzione, ma per favore smettiamola con le proposte spot.
2) Sullo spostamento della ferrovia adriatica da Marina di Montemarciano a .
E' la seconda volta che viene posto con noncuranza un problema di grande portata come se fosse un progetto di fattibilità in corso.
Anzitutto non c'è traccia di tale spostamento nella Legge obiettivo né in altri documenti di programmazione (Contratto di programma ferroviario)e quindi occorre capire bene che cosa viene proposto dal Vice-ministro, chi lo sta studiando e a quale scopo.
Attualmente RFI ha proposto un Progetto preliminare relativo alla connessione a nord della linea adriatica e di quella romana con un by-pass della raffineria API di Falconara e lo spostamento dello scalo merci di Falconara nei pressi dell'Interporto di Jesi.
Costo 210 milioni di euro.
Il progetto è stato approvato con prescrizioni dalla Regione e dai Comuni interessati, anche dal punto di vista ambientale, nonostante alcune proteste locali che ne denunziavano l'impatto, in considerazione del valore strategico dell'opera rispetto all'area ad alto rischio e all'opportunità di liberare Falconara da alcune delle tante servitù quale nodo dei trasporti.
Evidente poi l'importanza della stessa per la riorganizzazione del trasporto merci da e per il Porto e l'Interporto, e, su scala nazionale da e per il collegamento Tirrenico. Il progetto è al Ministero per completare l'iter di approvazione ed essere sottoposto al CIPE per il finanziamento
E' perfettamente evidente che uno spostamento dell'Adriatica da Marina di Montemarciano a sud di Ancona (dove non si sa!) cambierebbe completamente le carte in tavola: Ancona dovrebbe avere una stazione di testa, collegata a sud sulla linea ferroviaria nazionale e quindi il collegamento Porto-Interporto sarebbe ribaltato, Falconara non risulterebbe più un nodo ferroviario, ma una stazione di corsa sull'adriatica spostata nell'interno, ecc.
Uno scenario, da verificare in tutte le sue ricadute trasportistiche, ambientali e territoriali, che potrebbe anche essere preso in considerazione, se vi fossero certezze sulle risorse disponibili e sui tempi di realizzazione! Risorse difficili da valutare ma certamente nell'ordine di miliardi di euro e tempi di oltre 10 anni per la concretizzazione!
Allora viene da chiedersi perché proporlo oggi?
E' evidente che, se tale soluzione, oltre che migliorativa delle questioni paesistico-ambientali poste nella bassa Vallesina, fosse anche risolutiva di tutti gli altri problemi e realizzabile a breve termine, la Regione per prima la sposerebbe in pieno.
Attendiamo il Vice-ministro alla prova dei fatti, ma se fatti non ne può portare, per cortesia taccia per una volta e ci metta in condizioni di svolgere al meglio il nostro lavoro."
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29/01/2004
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