Una riflessione dopo il concerto di Marilyn Manson
| Bisogna tener presente questo tipo di proposta musicale che sembra essere sempre più diffusa.
di Carlo Climati
Dopo tante polemiche, si è tenuto a Milano il concerto di Marilyn Manson. Senza entrare nel merito dello show, è possibile fare alcune riflessioni, in generale, su un certo tipo di proposta musicale che sembra essere sempre più diffusa.
Molte persone sottolineano che le esibizioni di certi cantanti "trasgressivi" siano solo "uno show", "un gioco". Si sente spesso dire: "I divi del rock fanno solo spettacolo. La loro è solo una provocazione, un trucco per vendere dischi". Forse sarà vero. Ma questo non deve diventare una scusa per tacere di fronte a chi utilizza la musica in modo discutibile. Non è importante sapere se certi cantanti credano, oppure no, nel satanismo o nella trasgressione. Ciò che conta, purtroppo, è che alcuni di loro rischiano di trasmettere, di fatto, un messaggio negativo ai giovani.
Faccio un esempio. Io posso non credere in un particolare uomo politico. Però, se ho bisogno di soldi, posso lavorare per lui e sostenerlo durante la sua campagna elettorale. Posso distribuire il suo materiale pubblicitario, organizzare i suoi comizi e spingere la gente a votare per lui. E così, alla fine della campagna elettorale, l'uomo politico sarà eletto anche grazie al mio contributo. Io, in verità, non credevo in lui ed ho lavorato per lui soltanto per guadagnare dei soldi.
Ma comunque, anche senza crederci, ho dato un aiuto significativo alla sua elezione. La stessa cosa accade con alcuni cantanti. Saranno, forse, soltanto dei provocatori e degli abili show-men. Faranno, forse, scena per finire sui giornali e vendere dischi. Ma non si può negare, alla fine, che esista il rischio di proporre messaggi negativi ai giovani.
Per questa ragione è giusto non tacere e criticare duramente certi spettacoli. Perché la musica non è soltanto musica. Non è soltanto "un gioco". La musica moderna si può considerare un grande "spot pubblicitario", capace di raggiungere il cuore di milioni di persone. I suoi messaggi sono in grado di influenzare le mode, i pensieri, i comportamenti della gente.Oggi i cantanti rock sono considerati dei veri e propri "idoli", circondati da una venerazione quasi "religiosa". Tanti ragazzi sono soliti scrivere sui propri diari i testi delle loro canzoni, assimilandone i contenuti. Per questa ragione, è importante un maggiore senso di responsabilità. Non solo quando si parla in televisione, ma anche quando si suona in un concerto o si scrive una canzone.
Come contrastare concretamente questi fenomeni? La soluzione sta nell'abituare i giovani al consumo critico. I ragazzi non devono bere in modo passivo tutto ciò che dicono alcuni divi della musica rock. Dobbiamo aiutarli a riflettere, a capire, a rifiutare chi propone un certo tipo di non-cultura. Non bisogna lasciarsi intrappolare da certe orribili filosofie. Se un cantante offende la nostra sensibilità, non dobbiamo più comprare i suoi dischi. Rivolgiamo i nostri applausi a quegli artisti che comunicano messaggi positivi e in favore della vita. I buoni esempi non mancano.
Basta cercarli. Pensiamo, ad esempio, ai tanti cantautori di ispirazione cristiana che fanno della musica un meraviglioso strumento al servizio della nuova evangelizzazione. A questo proposito, su Internet, due punti di riferimento importanti sono il sito www.informusic.it (Informazione Musica Cristiana) e quello dell'associazione "Il mio Dio canta Giovane" (www.ilmiodiocantagiovane.it).
Sono queste le strade da percorrere per cambiare gli equilibri del mercato discografico. Un mercato spesso spietato, che punta troppo spesso a fare soldi, trascurando contenuti e valori. Prima di acquistare un compact disc, impariamo a chiederci che tipo di ideologia c'è dietro e quali messaggi vorrebbe trasmetterci. Altrimenti, certi cantanti continueranno a occupare i primi posti delle classifiche. Indisturbati.
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12/12/2003
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