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La "bionda"

| È la birra, la bevanda che in Italia, dopo il vino, sta attraversando un vero e proprio boom di gradimento tra i giovani e non solo.

di Prof.Emidio Galiè

Fresca, gustosa e... socializzante. È la birra, la bevanda che in Italia, dopo il vino, sta attraversando un vero e proprio boom di gradimento tra i giovani e non solo. Usata fin dall'antichità in Egitto e in Grecia, in oltre tre millenni la bionda per eccellenza ha invaso, con il suo aroma e la sua semplicità, tutto il mondo creando un giro d'affari enorme e raccogliendo estimatori ovunque.

I consumi nel nostro paese ammontano a quasi 16 milioni e mezzo d'ettolitri, con un consumo pro capite di oltre 28 litri. E accanto a questo fenomeno industriale della birra, se n'è recentemente accostato un altro: le "microbirrerie" che dal 1996 si stanno rapidamente sviluppando nel nostro paese, producendo birre di ogni tipo, soprattutto non pastorizzate, non filtrate ed ad alta digeribilità.

Una riscoperta del mercato italiano dato che, all'inizio del ventesimo secolo, alcune di queste fabbriche della birra erano già avviate nelle regioni italiane del nord-est dell'arco alpino.
Anche da noi, seppur timidamente, queste microbirrerie incominciano a muovere i primi passi e numerose sono ormai, sull'esempio dell'Oktober Fest, le feste dove la birra assurge a regina incontrastata.

Ma da dove arriva questo prodotto e soprattutto cos'è veramente?
La storia della birra si perde nella notte dei tempi, ed è legata a quella delle bevande alcoliche in generale che si ritiene siano esistite già in età remota. La scoperta deve essere legata al caso: uva o cereali fermentati, magari preparando altri cibi.

Certo è che nell'età di Aristotele l'arte della distillazione era ben conosciuta e che i Celti, nella tradizione irlandese, narrano di bevande divine che hanno le caratteristiche della birra. L'alcol in generale - vino, birra o liquori - era considerato bibita magico-religiosa e definito acqua di vita" (water of life, acquavite).

Già dal Medioevo la birra si beveva comunemente a pasto e la produzione avveniva nelle case. Era obbligatorio servirla nelle feste, nelle celebrazioni, nelle transazioni d'affari.
La birra è il prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica con ceppi di saccharomyces carlsbergensis (nel caso di bassa fermentazione, utilizzata soprattutto per produrre birre chiare) o saccharomyces cerevisiae (nel caso di alta fermentazione, utilizzata soprattutto per ottenere birre più scure e saporite), dei mosti preparati con malto di orzo anche torrefatto ed acqua, amaricati con luppolo.

La birra è dunque una bevanda naturale, moderatamente alcolica, ottenuta dalla fermentazione di orzo maltizzato, mais, acqua, lieviti e luppolo.
Ha un valore nutritivo superiore al vino. È molto dissetante, poiché l'anidride carbonica, presente in misura variabile dallo 0,3 allo 0,5%, svolge un effetto anestetico sulla mucosa orale, dove maggiormente si recepisce lo stimolo della sete.

La birra, grazie alle sostanze presenti nel luppolo, stimola le secrezioni digestive, ha un moderato effetto soporifero, e le sono riconosciute proprietà diuretiche.

Secondo la legge italiana (legge n. 1354 del 16 agosto 1962, art. 2 e successive modificazioni) le birre sono suddivise in cinque categorie:
- la denominazione "birra analcolica" è riservata al prodotto con grado Plato non inferiore a 3 e non superiore a 8 e con titolo alcolometrico volumico non superiore a 1,2%;
- la denominazione "birra leggera o light" è riservata al prodotto con grado Plato non inferiore a 5 e non superiore a 10,5 e con titolo alcolometrico volumico superiore a 1,2% e non superiore a 3,5%;
- la denominazione "birra" è riservata al prodotto con grado Plato superiore a 10,5 e con titolo alcolometrico volumico superiore a 3,5%; tale prodotto può essere denominato "birra speciale" se il grado Plato non è inferiore a 12,5 e "birra doppio malto" se il grado Plato non è inferiore a 14,5.

Quando alla birra sono aggiunti frutta, succhi di frutta, aromi, o altri ingredienti alimentari caratterizzanti, la denominazione di vendita è completata con il nome della sostanza caratterizzante.

06/07/2003





        
  



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