Albergatori della riviera, svegliatevi!!!
| Nei vacanzieri italiani è scattata la voglia di "verde".
di Prof. Galiè Emidio
Nei vacanzieri italiani è scattata la voglia di "verde". Un numero sempre maggiore di nostri connazionali, infatti, dimostra di subire il fascino degli agriturismi nostrani. Il fenomeno è confermato dai numeri: questa estate le strutture "campagnole" hanno messo a segno oltre un milione di presenze italiane e circa 250 mila straniere, con un fatturato che ha raggiunto, solo per i mesi "caldi", i 400 milioni di euro.
Le cifre, rese note dalla Coldiretti, sono quindi di tutto rispetto e forse meriterebbero una riflessione da parte degli operatori dell'ospitalità alberghiera locale. Perché un tale boom, che da qualche anno a questa parte cresce a ritmi sempre più sostenuti, probabilmente si basa su mutate esigenze da parte di viaggiatori e vacanzieri. In primis, in tutti noi che abitiamo in città è cresciuta la voglia di tranquillità e quindi di natura.
Questa esigenza, una volta "vissuta" come lontanissima dal divertimento, è invece sentita soprattutto dai giovani: il 55% degli ospiti degli agriturismi italiani ha infatti un'età compresa fra i 18 e i 35 anni.
Ancora, la clientela delle case di campagna ha un tasso sociale e di scolarizzazione abbastanza alto: si sfata così un altro falso mito, cioè che si scelga l'agriturismo solo perché costa poco. Il 75% degli ospiti degli agriturismi, rivela la ricerca di Coldiretti, predilige questo tipo di sistemazione per la qualità ambientale ed enogastronomica. E questo è un segnale che gli albergatori tradizionali devono tenere presente e, dove possibile, fare proprio.
L'agriturismo - spiega l'analisi di Coldiretti - grazie a un notevole miglioramento del settore, è ora in grado di offrire servizi diversificati tra loro che attirano non solo i patiti della buona cucina e della tranquillità ma anche escursionisti, amanti delle tradizioni, sportivi e creativi. Già, perché tra le novità di quest'anno, il comparto dell'agriturismo (che conta 11 mila complessi, dei quali 9.300 con alloggio) ha attivato l'ospitalità per animali, i laboratori per imparare antichi mestieri, visite guidate ai patrimoni artistici del territorio e originali attività sportive come voli turistici sui deltaplani, rafting, free climbing e giochi con aquiloni acrobatici.
Forse il successo di questa formula di vacanza sta proprio nella sua flessibilità e nella capacità di adattarsi man mano ai gusti e alle esigenze di un pubblico sempre più eterogeneo. Certo, è evidente che gli agriturismi - almeno per ora - godono di una normativa molto più "leggera" rispetto a quella delle strutture alberghiere tradizionali. Così come è vero che la qualità dell'accoglienza non sempre brilla per eccellenza e professionalità. Ma il segnale è forte e chiaro, e gli albergatori più attenti non possono non tenerne conto, pena una concorrenza ad armi impari. Quello che vuole il mercato, sembrano rivelare i dati dell'estate 2002, è una vacanza autentica, legata ai piaceri della natura, della cucina e del territorio.
Una formula che, almeno nei suoi aspetti più significativi, anche gli hotel con un po' di buona volontà possono adottare.
Inoltre, è forse il caso di aggiungere, è venuto il momento di investire, di servire un prodotto di qualità sia in termini di struttura (è nota la lamentela continua dei clienti d'albergo) che di prodotto/servizio. Ad esclusione di pochi e avveduti albergatori, la grande maggioranza non si è accorta che non riesce più a stare al passo con i tempi e per questo crede che la riconversione in residence sia la sola via d'uscita. E' un errore e un impoverimento della realtà rivierasca. E' necessario invertire la rotta e scommettere ripensando l'intero sistema dell'offerta.
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16/07/2003
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