Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Il processo penale oggi in Italia

| Analisi di una riforma che nel bene e nel male ha rivoluzionato la giustizia penale nel nostro Paese

di Ettore Picardi

Quando si parla di giustizia negli ultimi anni è inevitabile parlare di riforme. Infatti lo stato critico del settore fa sorgere automaticamente l'idea che si debbano riscrivere tutte le regole. Non dobbiamo però dimenticare che negli ultimi quindici anni numerose ed incisive riforme sono state già effettuate ed anzi é arrivato il tempo dei primi bilanci. Una lettura disincantata e non necessariamente catastrofista può portare a delle conclusioni meno banali dei soliti luoghi comuni disfattisti in materia di giustizia.
In questa sede tratteremo dello stato del processo penale e soprattutto faremo un'analisi del codice di procedura penale che nell'ottobre 1989 sostituì il precedente: dopo oltre 13 anni, nonché numerose novelle e correzioni di rotta il nuovo codice non è più tale. Un giudizio compiuto deve essere necessariamente articolato e composito.

Il nuovo rito si è dimostrato adatto alla gestione di importanti vicende processuali ma ha dato pessimi risultati per quanto riguarda la grande massa dei piccoli processi penali. Ovvero ha regolato in modo appropriato un moderno rapporto tra accusa e difesa quando il caso richiede approfondimenti estremi e rigorosi. Ha invece fallito quando ha costretto a complesse ed inutili formalità le parti nella gestione di vicende minori. In positivo ha creato un ruolo proprio ed innovativo per le Procure della Repubblica. I pubblici ministeri hanno imparato a svolgere la direzione delle indagini, o meglio stanno imparando a farlo, mettendo insieme l'incisiva attività di polizia con il rispetto delle garanzie processuali necessario perchè davanti al giudice le indagini si trasformino in prove utili.

I costi economici organizzativi del nuovo codice hanno invece determinato una gravissima crisi numerica nel senso di aver provocato un rallentamento inconsueto nella definizione dei processi. Questo guasto, tipico negli ultimi decenni della giustizia civile, si è esteso anche al settore penale proprio a causa della difficoltà di gestire tanti piccoli processi per semplici fatti trattati come grandi delitti di sangue, mafia o terrorismo.
Le correzione di rotta hanno dovuto fare necessariamente i conti con queste emergenze. Le piccole cause penali sono state sottratte alla storica e gloriosa figura del pretore, abolita dal sistema. Infatti questo ufficio era inadatto di gestire l'enorme flusso di piccoli ed elaborati processi. I piccoli reati sono state quindi portati alla competenza del giudice di pace che, si spera, potrà gestirli con semplificazioni maggiori. Contemporaneamnte gli ex pretori sono diventati giudici di tribunale rafforzando gli organici di quegli uffici.

La nuova logica processuale accusatoria ha esaltato le capacità di indagine di un pubblico ministero specializzato, favorendone anche la possibilità di effettuare indagini in materie molto difficili e tecniche, anche se rivolte contro cospicui centri di potere. Tuttavia deve ancora essere assimilata quella capacità di sintesi e quindi di prognosi che il pubblico ministero ed il giudice per le indagini preliminari devono effettuare al termine dell'istruttoria. Va cioè affinata la capacità di decidere se fare un processo, con tutti i costi materiali che comporta, oppure di non andare avanti  a causa dell'mpossibilità di ottenere risultati utili nel processo che si prospetta.
Non va ignorato che gli eccessi formali previsti dal nuovo codice e dalle sue ulteriori riformulazioni hanno avvantaggiato i difensori più cavillosi e spregiudicati, quindi gli imputati più potenti e facoltosi che possono sopportare tempi lunghi e spese elevate. Perciò accanto ad un benemerito aumento delle garanzie difensive si é affiancata una degenerazione burocratica che spesso vanifica importanti operazioni delle Forze dell'Ordine.
In definitiva si é trattato di una riforma che ha fallito in molte delle sue attuazioni proprio per non aver voluto mai prevedere le concrete conseguenze organizzative e statistiche che avrebbe comportato. Tuttavia il progresso culturale che ne é sorto oggi appare irrinunciabile, nel senso di aver reso il processo penale compiutamente democratico ed attento alle esigenze ed istanze di tutti i partecipanti. Sintetizzando: meno innocenti in galera e più colpevoli fuori.

11/03/2003





        
  



5+2=

Altri articoli di...

ilq

Una serata di emozioni e scoperte

ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale

Betto Liberati